Milano R ischi in calo, ma pur sempre da considerare con attenzione quando si decide di investire nelle polizze vita. Un comparto che si è fortemente ridimensionato negli ultimi tempi: infatti, dopo una corsa ininterrotta tra il 2007 e il 2010, lo scorso anno la raccolta ha registrato un calo del 18%. E il trend è proseguito nei primi sei mesi dell’anno, con l’Ania (Associazione tra le imprese di assicurazione italiane) che ha rilevato nuovi premi per 25,7 miliardi di euro, in calo del 15,9% sullo stesso periodo 2011. A pagare pegno all’avversione al rischio che caratterizza i risparmiatori sono soprattutto le polizze a contenuto prevalentemente finanziario. Nel caso delle index linked (la cui performance è legata a quella degli indici azionari presi come riferimento), «il rischio fallimento del sottostante non è più a carico del sottoscrittore, come avveniva fino al fallimento di Lehman Brothers, ma della compagnia», spiega Giuseppe Romano, direttore del Centro Studi Consultique, società di analisi e consulenza finanziaria indipendente. «Così il rischio complessivo per il risparmiatore si riduce, ma non sparisce perché non si può escludere che a fallire sia la stessa società assicurativa che emette il prodotto». Nel caso delle polizze unit-linked, il cui rendimento dipende da quello dei fondi comuni collegati, il rischio resta legato alle scelte del gestore, che devono essere indicate nel prospetto informativo. «In passato sono stati presi in carico rischi eccessivi per un abuso nel ricorso ai derivati — precisa Romano — che invece, se utilizzati con finalità di copertura, aiutano a proteggere l’investimento». Infine, le polizze tradizionali (dette anche di ramo I) sono tendenzialmente meno rischiose, considerato che seguono regole ben precise sugli investimenti, dando prevalenza al comparto obbligazionario. «Se l’emittente dei bond in portafoglio fallisce, interviene la compagnia per coprire almeno i minimi garantiti — conclude Romano — Ci sono rischi per i risparmiatori solo in caso di esposizione eccessiva sulle emissioni di in un singolo Paese se la compagnia fatica a garantire la copertura». (l.d.o.)