Unipol proseguirà la campagna di cessioni, in seguito all’accorpamento con Fonsai, ma nel frattempo ha chiesto all’Antitrust di rivedere il provvedimento. A fare chiarezza sullo stato dell’arte della vicenda è stato l’amministratore delegato del gruppo assicurativo bolognese, Carlo Cimbri, spiegando oggi a margine di un convegno i motivi del ricorso presentato al Tar del Lazio. «Ci sono alcuni punti nel provvedimento che ci sembrano eccessivi», ha detto Cimbri. La prima contestazione riguarda il calcolo delle quote di mercato «in cui non si tiene conto delle quote detenute da soggetti senza una presenza stabile in Italia, come ad esempio Zurich, che non ha sede in Italia. A noi sembrerebbe corretto calcolare le quote di mercato su quello che si produce in Italia », ha dichiarato l’ad. Il secondo punto riguarda il medesimo calcolo ma a livello provinciale: «in casi analoghi», precisa Cimbri, «come la fusione Toro- Generali, questo criterio non era stato adottato. Non ci crea particolari problemi ma ci sembrava più corretto riproporre quella valutazione». L’ultima contestazione riguarda infine la cessione della partecipazione in Mediobanca: «Ci siamo impegnati a farla e manterremo l’impegno. Non poterla cedere anche a chi ha una quota seppur minima di Generali, pure lo 0,1%, è eccessivo». Cimbri ripete comunque che «non è nostro interesse fermare tutto, le dismissioni proseguono, è un processo lungo, bisogna prepararsi e fare le valutazioni», mentre entro fine anno sarà pronto il progetto di fusione tra Unipol e FonSai. Ieri intanto Arca Assicurazioni, società del gruppo Unipol specializzata nella bancassurance danni, ha siglato un accordo distributivo con Banca Popolare di Puglia e Basilicata per lo sviluppo dell’attività nel comparto auto. È il terzo nuovo accordo distributivo siglato nel 2012, e coinvolge i 146 sportelli della banca distribuiti in 12 regioni. (riproduzione riservata) Anna Messia
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