di Anna Messia
Di questi tempi non è facile fare buoni affari in Spagna, vista la crisi economica che continua a colpire il Paese guidato da Mariano Rajoy. Ma a Reale Mutua è andata decisamente bene. La compagnia assicurativa torinese negli scorsi anni aveva puntato molto sul business spagnolo, sia creando una propria rete di vendita di agenti e mediatori tramite la società Reale Seguros Generales, sia realizzando joint venture con banche locali. Operazioni che si sono rivelate fortunate perché, nonostante la crisi, tutte le società iberiche di Reale Mutua continuano a chiudere in utile. Reale Seguros Generales nella semestrale presentata ieri al mercato, per esempio, ha chiuso con un utile di 22,1 milioni, quasi raddoppiato rispetto ai12,8 milioni di giugno dello scorso anno. Ma le soddisfazioni maggiori la compagnia guidata da Luigi Lana le sta ottenendo dal canale bancassicurativo, tramite le due joint venture. Non tanto perché anche queste continuano a crescere, quanto piuttosto perché Reale Mutua ha deciso di disinvestire, esercitando le opzioni di vendita che erano state previste nei contratti al momento della firma e realizzando buone plusvalenze. È avvenuto così per esempio con Unnim Protecciò, la compagnia Danni posseduta in quote paritetiche da Reale Seguros Generales e Unnim, ora banca del gruppo Bbva. Il 50% della società, che nel 2011 ha accumulato premi per 28 milioni con un incremento dell’80% rispetto all’anno prima, al momento della chiusura dell’accordo costò a Reale Mutua circa 60 milioni (con una valutazione dell’intera azienda di 120 milioni) e ora l’ha rivenduta incassando una plusvalenza di circa 10 milioni. Una conclusione simile è attesa per l’altra joint venture iberica di Reale Mutua, Cai Seguros Generales, che nel 2011 aveva premi per quasi 7 milioni, con un incremento del 38% sul 2010. La joint venture era stata firmata con la Caja de Ahorros de la Inmaculada de Aragona, nel frattempo confluita con altre due casse nel gruppo bancario Caja3. In quest’ultimo caso le trattative per l’uscita di Reale Mutua sono un po’ più lente, ma anche per Cai sono attese plusvalenze rispetto al prezzo di acquisto (circa 20 milioni). Tra l’altro l’esercizio delle opzioni di vendita non comporterà l’uscita di Reale Mutua dalla distribuzione bancaria spagnola. Nel caso di Bbva, per esempio, sono stati già previsti accordi commerciali, senza la creazione di una joint venture. Ieri, intanto, come detto, Reale Mutua ha presentato il bilancio semestrale chiuso con un utile consolidato di 34,4 milioni a fronte di una perdita di 14,5 milioni di giugno 2011. Mentre l’utile civilistico è stato di 106 milioni (49,6 milioni secondo i principi Ifrs) contro 33,6 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. «C’è stato un recupero di redditività e di solvibilità», ha commentato l’ad Luigi Lana. (riproduzione riservata)