di Andrea Di Biase
Si terrà martedì 2 ottobre il consiglio di amministrazione di Premafin per deliberare sulla lista di candidati da presentare in vista dell’assemblea di Fondiaria-Sai che dovrà nominare il nuovo board. Nei giorni scorsi il presidente di Ugf, Pierluigi Stefanini, che dallo scorso 21 settembre ricopre anche il medesimo ruolo in Premafin, ha inviato l’avviso di convocazione ai consiglieri della holding dell’ex gruppo Ligresti, con all’ordine del giorno anche le «deliberazioni in ordine all’assemblea di Fondiaria-Sai del 29-30 ottobre». Si tratta di un passaggio fondamentale in vista della nascita della grande Unipol. Il nuovo cda di FonSai (non è ancora evidente se ci sarà o no l’attuale ad Emanuele Erbetta), al pari del nuovo board di Premafin e di quello di Milano Assicurazioni (che sarà nominato entro il 15 dicembre), dovrà infatti esprimersi sul progetto di fusione e sui concambi definitivi che dovranno essere messi a punto nei prossimi giorni anche sulla base del recente andamento dei due gruppi. ?? lecito attendersi che lo schema non si allontanerà troppo da quello definito prima dell’estate, che prevedeva una quota del 61% della nuova compagnia a Ugf, il 27,45% per i soci di minoranza di FonSai, il 10,7% per le minoranze della Milano e lo 0,85% per quelle di Premafin. Nel frattempo, però, Unipol ha stretto ulteriormente la presa su FonSai, acquistando nell’ambito dell’aumento di capitale un altro 4,9%, che si aggiunge al 36% in mano a Premafin, e investendo altri 135 milioni in titoli risparmio di categoria B. C’è chi si aspetta dunque che in fase di definizione dei concambi finali, le minoranze di Premafin, FonSai e Milano possano essere premiate di più rispetto alle intese preliminari. Un ruolo fondamentale lo avranno i consiglieri di minoranza. Essendo la fusione un’operazione tra parti correlate, il concambio dovrà passare al vaglio dell’apposito comitato, dove siederanno anche i rappresentanti dei soci minori. In Premafin è stato nominato, con i voti della famiglia Ligresti, il professionista Luigi Reale, mentre in FonSai nessuno dei soci di minoranza è ancora venuto allo scoperto (c’è tempo fino al 4 ottobre). Sator e Palladio, che dopo l’aumento hanno rispettivamente il 3% e il 2%, e avevano contribuito alla nomina in cda di Salvatore Bragantini, starebbero ancora valutando se presentare nuovamente una lista. Una possibilità, che in virtù della partecipazione del 2,4% rilevata in aumento di capitale attraverso i propri fondi di investimento, avrebbe anche Anima. Tuttavia, se eventualmente la sgr decidesse di presentare una lista di minoranza, è anche possibile che Anima decida di muoversi, come già fatto in altre occasioni, attraverso Assogestioni. Più difficile, invece, che a presentare una lista di minoranza sia Unicredit. Anche se i regolamenti Consob in tema di collegamento tra liste non contemplano i rapporti di finanziamento come rilevanti, difficilmente l’autorità di vigilanza potrebbe considerare indipendente un’eventuale lista targata Piazza Cordusio. Anche perché l’istituto guidato da Federico Ghizzoni è stato, assieme a Mediobanca, uno dei più caldi sostenitori dell’operazione Unipol, messa in cantiere non solo per tutelare l’esposizione delle due banche ma anche per evitare che il dissesto di FonSai potesse tradursi in un danno per il sistema finanziario nel suo complesso. Ieri, intanto, si è appreso che Mediobanca ha rilevato il 5,6% di Unipol rimasto inoptato in aumento di capitale. (riproduzione riservata)