di Andrea Di Biase
All’indomani dei risultati definitivi del doppio aumento di capitale da 2,2 miliardi di Unipol e Foondiaria-Sai, che hanno visto il consorzio di garanzia guidato da Mediobanca farsi carico di titoli inoptati per 427 milioni di euro (al netto dei 30 milioni spesi da Ugf per il 4,9% di FonSai), ci sono due elementi che meritano di essere sottolineati: il rally delle azioni di risparmio di categoria B di FonSai e i fortissimi volumi che nella seduta di ieri hanno interessato sia i titoli ordinari sia quelli privilegiati della compagnia bolognese. Dal 6 agosto scorso, primo giorno di negoziazione in borsa di questa nuova categoria di titoli, le rnc B di FonSai hanno guadagnato oltre il 20%, mettendo a segno una performance superiore a quella degli altri titoli coinvolti nella maxi-fusione a quattro. Un rally apparentemente difficile da comprendere, considerato che delle 321.762.672 rnc B offerte al prezzo unitario di 0,565 euro agli azionisti di risparmio FonSai al termine dell’aumento di capitale ne erano state sottoscritte solo 81.153.576, pari al 25% della nuova categoria di azioni. Un disinteresse legato al fatto che le vecchie azioni rnc, quelle di categoria A, avranno per statuto un rendimento superiore a quello delle rnc B. Le prime, in caso di utile di Fondiaria-Sai, avranno infatti garantito un dividendo di 6,5 euro per azione, mentre le nuove rnc si dovranno accontentare di un dividendo pari al 6,5% della parità contabile di questa nuova categoria di titoli. E allora perché questa caccia al titolo, che ieri ha chiuso in rialzo del 4,68% a 0,614 euro? Il fatto che Unipol si sia fatta garante dell’inoptato delle rnc B di FonSai ha messo la pulce nell’orecchio a qualche investitore. La compagnia guidata da Carlo Cimbri infatti ha speso 135,9 milioni per sottoscrivere il 74,78% di questa nuova categoria di azioni. Perché? Solo per sgravare il consorzio da un ulteriore impegno finanziario? Difficile pensarlo, tanto che c’è chi scommette che presto o tardi questi nuovi titoli rnc B, che al momento rappresentano il 25% del capitale complessivo di Fondiaria-Sai, possano essere convertiti in azioni ordinarie di FonSai o della nuova compagnia che nascerà dalla fusione. Per quanto riguarda invece i forti volumi che hanno interessato ieri i titoli Unipol (è stato scambiato il 23% delle ordinarie e il 35% delle privilegiate, a fronte di un calo rispettivamente del 2,51% e dello 0,49%) dalle sale operative segnalano che questi movimenti sono in parte legati alla chiusura di operazioni in derivati aperte prima che i titoli fossero emessi. Difficile invece che possano essersi già mosse le banche del consorzio che non avrebbero ancora ricevuto materialmente i titoli. È comunque prevedibile che proprio alla luce dell’elevato inoptato e della necessità da parte del consorzio di liberarsene, nei prossimi mesi i titoli ordinari delle due compagnie potrebbero rimanere vicini alle quotazioni attuali. (riproduzione riservata)