di Roberta Castellarin e Paola Valentini
Negli ultimi cinque anni i fondi pensione negoziali hanno avuto un rendimento annuo medio composto dell’1,2%. Emerge dall’analisi effettuata da Assofondipensione sui risultati al 30 giugno scorso dei comparti negoziali. Analisi che calcola un rendimento medio nel semestre del 3,1%, che si può confrontare con una rivalutazione tfr nello stesso periodo del 2,1% netto. Un buon risultato che potrà essere anche confermato nella seconda parte dell’anno se continua il trend di riduzione dello spread per i titoli di Stato italiani, da sempre molto presenti nei portafogli dei fondi pensione che devono valutare i loro asset ai prezzi di mercato e sono quindi stati penalizzati dalla crisi dei debiti sovrani. Intanto, però, i gestori sono ancora in attesa di nuove regole riguardo alle loro possibilità d’investimento. Nella riforma della previdenza complementare che introduceva l’adesione ai fondi con il meccanismo del silenzio-assenso era prevista anche una revisione delle regole d’investimento. Si doveva mettere mano al noto decreto 703 del 1996 che detta i limiti per le scelte dei gestori dei prodotti dedicati alla pensione di scorta. Uno schema di regolamento pensato dal ministero dell’Economia e da Covip ha avuto il via libera dalla Corte dei Conti a ottobre del 2004. Ma in realtà il documento non è mai stato emanato ed è rimasto nel cassetto. Ora una nuova versione del regolamento è stata posta in consultazione nella primavera scorsa, ma finita la fase di consultazione, lo scorso giugno, ancora una volta il regolamento non è stato emanato. Così ancora oggi i gestori devono seguire le regole dettate nel 1996, quando non esisteva ancora l’euro. Eppure in questo momento le sfide per i money manager sono notevoli, tra crisi dei debiti sovrani e mercati azionari che stentano a ritrovare serenità. Le nuove regole possono dare una marcia in più ai gestori perché ampliano gli strumenti a disposizione. Ma il presidente della Covip Antonio Finocchiaro avverte che la valutazione sul tipo di strumento va fatta tenendo conto dei rischi e non soltanto delle performance promesse. «Da più parti vengono suggerite soluzioni di investimento innovative. Sovente viene prospettata l’opportunità di aumentare il peso degli asset non tradizionali, inclusi fondi immobiliari di vario tipo. La Covip raccomanda di tener conto, nelle scelte, non solo dei rendimenti, ma anche del connesso rischio nel lungo periodo, delle commissioni, dell’organizzazione e dell’esperienza dei soggetti proponenti, del grado di trasparenza operativa e contabile», sottolinea Finocchiaro. Nei prossimi mesi la commissione incontrerà i maggiori gestori dei fondi per un approfondimento di queste tematiche. Tra l’altro il panorama è in mutamento perché nell’anno in corso scadono 90 mandati di gestione che assorbono circa un terzo del patrimonio dei fondi negoziali. (riproduzione riservata)