di Anna Messia
Di questi tempi è piuttosto raro trovare aziende che chiudono le controllate estere e riportano l’attività in Italia. Più facile, chiaramente, fare il contrario, ma non per Vittoria Assicurazioni che ha invece deciso di riportare in Italia le proprie società, come i fondi creati in Lussemburgo per operare nel settore del private equity. Il portafoglio degli investimenti sarà a breve trasferito sotto il cappello di Yarpa spa, la società italiana che opera nello stesso comparto, razionalizzando tutte le controllate nel private equity. Del resto la compagnia della famiglia Acutis, che come core business ha ovviamente le polizze, non hai mai fatto mistero di voler diversificare l’attività. Con l’immobiliare prima di tutto, tramite la Yam Invest e la controllata Vittoria Immobiliare, che rappresenta un pilastro importante per la compagnia che ha investito in importanti progetti nel mattone sparsi in tutta Italia. Si spazia però anche in altri campi e in business emergenti: Vittoria, per esempio, è tra gli azionisti di una società che si occupa di pagamenti tramite telefono cellulare (il consorzio Movincom). Ma anche il settore del private equity è diventato un comparto importante dopo che la compagnia guidata da Roberto Guarena ha siglato una partnership con Lbo France Gestion, il più importante gestore indipendente francese di fondi di private equity. Certo il momento non è il migliore per gli investimenti nel capitale di rischio delle aziende, alle prese con la crisi. Nel bilancio semestrale appena approvato da Vittoria Assicurazioni, chiuso con un utile di 24 milioni, che rappresenta una crescita del 48% rispetto ai 16,6 milioni di giungo 2011, il settore del private equity ha perso 456 mila euro. Ritorni, quindi, nell’ultimo bilancio non si sono visti. Ma il gruppo continua a credere in questo business, anche se ci sono i paletti fissati dalle politiche d’investimento della compagnia: regole che prevedono, per esempio, che sul private equity non possano essere indirizzati complessivamente più di 40-50 milioni. Una quota piccola rispetto ai 2,3 miliardi di investimenti complessivi del gruppo assicurativo. Ma comunque importante considerando che la compagnia, in ogni società di private equity lanciata finora ha sempre detenuto una quota del 20-25%. Per cui i capitali a disposizione per gli investimenti sono piuttosto importanti. Nel caso di Laumor Partner, sicar con sede in Lussemburgo, che al fine dicembre scorso aveva un patrimonio netto di 33,7 milioni, Vittoria aveva una quota del 21,8%, così come le altre due società, White e Gima, nate sempre in Lussemburgo con lo stesso obiettivo. Ovvero «selezionare e aggregare importanti operatori internazionali per favorire la creazione di valore nel settore del private equity in Europa», come si legge nel bilancio della compagnia. Nel caso di White la quota di Vittoria è pari a 20% e la società, a dicembre scorso, aveva un patrimonio di 16 milioni. Mentre per la Gima, che a fine anno scorso aveva un patrimonio di 64 milioni (comprensivo dell’utile di esercizio di 10 milioni) la percentuale di partecipazione era del 23,3%, Tutte società crete sempre con il supporto di Lbo e destinate a scomparire con il conferimento degli asset in Yarpa Investimenti Sgr, la società di gestione di private equity controllata da Yarpa spa che oltre a Vittoria e Lbo vede tra i suoi azionisti anche gli armatori Messina, la Banca Passadore e la Banca Azzoaglio. La società potrà così potenziare i suoi investimenti. Finora sono state chiude quattro operazioni. L’ultima è stata l’acquisizione del 100% di Izo dal gruppo Morini di Faenza realizzata con un aumento di capitale di 5 milioni. Una società che si occupa della produzione di vaccini aviari e farmaci e che si è aggiunta all’acquisizione dei servizi chimici, Sebach, e a Lanterna Spa e Agritech, entrambe operanti nel settore alimentare. (riproduzione riservata)