Come previsto Unipol diserterà l’assemblea di Premafin chiesta dal custode dei trust offshore della holding, Alessandro della Chà, per discutere la revoca dell’aumento di capitale che ha portato il gruppo bolognese a controllare l’81% del capitale della holding quotata che fu di proprietà della famiglia Ligresti. Lo ha reso noto un comunicato diramato ieri dalla stessa finanziaria nel quale si sottolinea come per mancanza di quorum non c’è motivo di pensare che si possa tenere l’assise né in prima convocazione, quindi oggi, né in seconda, il prossimo martedì. Perché alla data del 20 agosto sono stati depositati titoli corrispondenti solo all’11,1% del capitale. Del resto la compagnia bolognese, che detiene l’80,98% di Premafin, già lo scorso 10 agosto in una lettera indirizzata alla holding ricordava l’avvenuta sottoscrizione dell’aumento da 339 milioni e aveva fatto presente come con l’aumento che si era «irrevocabilmente perfezionato », diveniva «impossibile» deliberare sull’odg della stessa assemblea. Con questo passaggio formale e la mancata convocazione dell’assemblea la questione dovrebbe essere definitivamente chiusa. Anche perché al momento appaiono improbabili le reazioni di Della Chà, il professionista chiamato dalla Procura di Milano a valorizzare i titoli Premafin sequestrati ai trust The Heritage e Ever Green, cioè le società offshore utilizzate da Salvatore Ligresti per sostenere le quotazioni della holding. Il custode aveva infatti chiesto lo scorso 26 giugno la nuova riunione dei soci in quanto riteneva che nel corso dell’assemblea del 12 giugno che aveva approvato l’aumento riservato a Unipol, gli azionisti non fossero stati messi nella condizione di valutare progetti alternativi, in particolare quello di Sator e Palladio, progetti che però nel frattempo sono stati ritirati. Gli organi sociali di Premafin, però, si legge nella nota diramata ieri, «presenzieranno la sede dell’assemblea il 28 agosto per verificare in via definitiva l’insufficienza del quorum».
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