di Andrea Montanari
Lo scoglio più alto è stato superato. Ieri il Tar del Lazio non ha accolto il ricorso presentato da Sator e Palladio relativo alla richiesta di sospensiva dell’autorizzazione concessa dall’Ivarp. Ora il piano di Unipol di rilevare FonSai, con la maxi fusione a quattro che coinvolgerà anche Premafin e Milano Assicurazioni, può prendere davvero forma. Manca solo il nullaosta Consob alla pubblicazione dei prospetti per gli aumenti di capitale atteso per oggi al termine della riunione, fissata in mattinata, della commissione presieduta da Giuseppe Vegas. Ieri il Tar nella sua ordinanza ha affermato che l’Irvap «ha condotto le valutazioni di propria competenza, in particolare circa la capacità patrimoniale delle società coinvolte nel progetto di aggregazione dei gruppi Unipol e Fonsai, espressamente confutando anche le argomentazioni dell’esposto Sator-Palladio». Ed è stata considerata «non necessaria», ai fini dell’istanza cautelare, anche la richiesta dei fondi di acquisire ulteriore documentazione dall’Autorità di vigilanza. Infine, i giudici hanno riconosciuto la correttezza della procedura seguita dalla vigilanza. Nè ha inficiato il provvedimento l’esclusione di Giovanni Cucinotta, responsabile della Vigilanza 1 dal team ristretto, creato dal vice direttore Flavia Mazzarella e motivato con ragioni di riservatezza, che ha redatto la relazione sulla base della quale l’Irvap ha autorizzato la compagnia guidata da Carlo Cimbri. Adesso, quindi, si attende solo il pronunciamento della Consob. Dopodiche, sempre nella giornata di domani, sono previsti altri appuntamenti di rilievo. A partire dal cda di Premafin che potrebbe valutare l’opportunità di chiudere una proroga all’esclusiva con Unipol oltre a definire le date dell’assemblea straordinaria chiesta dal custode giudiziale per la revoca dell’aumento di capitale dedicato alla compagnia di Bologna e quella ordinaria chiesta da Paolo Ligresti per la revoca del cda della holding. Assemblee che però potrebbero essere superate dall’avvio dagli aumento di Unipol e Fonsai (entrambi da 1,1 miliardi) attesi per lunedì 16. I vertici delle due società sono schierati in prima linea tanto che secondo alcune interpretazioni, nel caso di un rapido via libera Consob, già domani sera potrebbero essere depositati i prospetti. Anche se è probabile che i documenti vengano presentati venerdì. E sempre per domani è attesa la firma del consorzio di garanzia composto da Mediobanca, Unicredit, Credit Suisse, Ubs, Nomura, Barclays e Deutsche Bank. Probabilmente si sfilerà Morgan Stanley mentre almeno altri due istituti italiani hanno chiesto di partecipare all’operazione (commissioni del 10%) in qualità di sub-underwriting. Infine domani si riunirà il cda della compagnia bolognese per ridefinire le condizioni della ricapitalizzazione. Proprio in vista di questo step, Unipol dovrà verificare i tempi per aderire all’aumento di capitale riservato in Premafin funzionale alla sottoscrizione pro-quota (35,7%) da parte della holding alla ricapitalizzazione di FonSai. L’iniezione di liquidità che Bologna garantirà sarà di 350-370 milioni. Ed è qui che si gioca l’eventuale richiesta di proroga di Premafin. Dopodiche da lunedì 16 si aprirà la finestra del doppio aumento che si dovrebbe chiudere tra scambio dei diritti, sottoscrizione e asta dell’inoptato tra il 6 e il 10 agosto. Ciò al fine di consentire a Unipol e Fonsai, ma anche a Premafin e Milano, di avviare il cantiere della maxi-fusione a settembre. I consigli che si riuniranno in quel periodo valuteranno con ogni probabilità la revisione dei concambi perché secondo alcune interpretazioni i conti delle compagnie della galassia Premafin saranno superiori alle previsioni e stime di mercato, mentre quelli del gruppo di Bologna saranno flat. Al momento, però, si sostiene che si tratterà di lievi aggiustamenti del rapporto azionario. Così Unipol potrebbe avere meno del 61% del nuovo polo attualmente previsto. In tutto questo scenario resta da valutare la posizione di Sator e Palladio, azionisti rispettivamente al 3% e 5% di FonSai. E’ ipotizzabile che vista la situazione che si è venuta a creare post-Tar aderiscano alla ricapitalizzazione ed escano di scena. Ma potrebbero anche restare nel capitale del nuovo aggregato per valutarne le prospettive industriali. Va ricordato che sull’intera operazione vigila con la massima discrezione la Procura di Milano che dopo aver chiesto lumi alla Consob e ottenuta una prima risposta potrebbe tornare alla carica con l’autorità. E potrebbe tornare a farsi sentire una volta completa l’integrazione industriale. (riproduzione riservata)