di Andrea Di Biase
Quella che si apre lunedì 9 luglio rischia di essere una settimana difficilissima per i titoli Unipol e Fondiaria-Sai. La decisione della Consob di non accordare il proprio nulla osta alla pubblicazione dei prospetti informativi per il duplice aumento di capitale chiedendo un supplemento di informativa è giunta dopo che le due società avevano già annunciato al mercato i dettagli dell’operazione. Per almeno altri cinque giorni di borsa aperta, senza che siano negoziabili i diritti, la speculazione avrà dunque la possibilità di prendere di mira i titoli delle due società facendo scendere lo sconto sul Terp (il prezzo teorico del titolo dopo lo stacco del diritto) sotto la soglia fissata dai cda giovedì 5 luglio: 27,2% per le Unipol ordinarie, 27,57% per le privilegiate, 24,7% per le FonSai ordinarie e 24,9% per le risparmio. Potrebbe dunque ripetersi quanto accaduto lo scorso gennaio al titolo Unicredit. In quell’occasione il cda di Piazza Cordusio fu costretto da motivi organizzativi (la necessità di avere il nulla osta dall’authority polacca) a comunicare le condizioni dell’aumento tre giorni lavorativi prima della sua partenza. Questo si tradusse in un crollo del titolo di circa il 60% in sole quattro sedute. E anche il diritto d’opzione, entrato in contrattazione a distanza di tre sedute dalla fissazione del prezzo, fu copiosamente venduto nei primi due giorni di scambi. E’ probabile che anche per Unipol e FonSai possa ripetersi un copione analogo, considerato anche che in questo caso l’aumento da complessivi 2,2 miliardi coinvolge ben quattro titoli (comprese le Unipol privilegio e le FonSai rnc) e che le opportunità di fare arbitraggi saranno infinitamente superiori, visto che le due società sono destinate alla fusione. Nella seduta di venerdì 6 luglio si è già avuto un assaggio di quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni. Il titolo ordinario FonSai ha chiuso con un calo del 17,1% a 69,7 euro mentre quello Unipol ha lasciato sul terreno il 15,1% a 7,3 euro. Un tonfo che i critici dell’operazione di integrazione tra le due compagnie, infischiandosene degli andamenti tecnici dei titoli sotto aumento di capitale, non hanno esitato a bollare con «il giudizio negativo del mercato», prendendo anche spunto dalla richiesta della Consob di procedere a un supplemento di istruttoria sui prospetti, per rilanciare i dubbi sulla solidità patrimoniale del gruppo bolognese. Qualcuno è arrivato addirittura a sostenere che la Consob avrebbe chiesto più tempo per approfondire la situazione patrimoniale delle due compagnie e in particolare di Unipol, anche alla luce della richiesta dell’Isvap del 3 luglio di procedere a una integrazione della riserva sinistri Rc Auto per circa 200 milioni. Richiesta a cui peraltro i bolognesi si apprestano a replicare non considerando corretta la metodologia utilizzata dall’autorità. In realtà, secondo quanto appreso da Milano Finanza da più fonti, la richiesta di informazioni supplementari avanzata dalla Consob non riguarda Unipol ma solo Fondiaria-Sai. Ma al contrario di quanto sostenuto dalle solite voci critiche la richiesta della Consob a FonSai non ha in sé niente di eccezionale. Per accorgersene basta scorrere le tre pagine inviate dal responsabile ufficio regole contabili della Consob, Guglielmina Onofri, e dal f u n z i o n a r i o Maria Cristina Lena alla compagnia guidata da Emanuele Erbetta. Nella lettera, di cui Milano Finanza ha ottenuto copia, la Consob chiede a FonSai di evidenziare nei fattori di rischio riportati nel prospetto quelli di contenzioso legati alla limitazione degli impegni di manleva previsti nel nuovo accordo tra Premafin e Unipol. L’autorità di vigilanza si sofferma anche sulla valutazione delle riserve tecniche. Ma non si tratta di quelle di Unipol, come qualcuno ha erroneamente indicato, ma di quelle di FonSai. In ogni caso la richiesta di chiarimenti non appare comunque significativa, visto che la Consob si è limitata a chiedere alla compagnia di specificare nel prospetto il nome dell’advisor che ha esaminato la conformità dei criteri e delle metodologie adottate per la valutazione delle riserve sinistri. La lettera indirizzata a FonSai contiene altre due richieste di chiarimento. La prima riguarda un’incongruenza legata al fatto che in un punto del prospetto la compagnia ha indicato come «non più rilevanti e idonei» gli obiettivi economici e reddituali del piano stand alone, mentre in un altro passaggio del documento informativo FonSai osserva come il proprio piano triennale stand alone preveda una integrazione dell’entità delle riserve sinistri residue «in tutto l’arco di piano pari a circa 400 milioni di euro per il ramo Rc auto e circa 220 milioni per il ramo Rcg». L’altra richiesta riguarda infine il consorzio di garanzia. In particolare, alla luce del comunicato di FonSai di venerdì 6, in cui i consiglieri Salvatore Bragantini (nominato da Sator e Palladio) e Paolo Ligresti hanno evidenziato come «il contratto di garanzia, in difformità dalla prassi di mercato, non dà sufficienti certezze in ordine all’effettivo ottenimento degli importi necessari a eseguire l’aumento di capitale». Secondo Bragantini e Ligresti jr il contratto consente infatti a tutti i membri del consorzio di sfilarsi nel caso in cui «istituti che si sono impegnati per almeno il 10% del rischio di mercato non tenessero fede all’obbligo assunto» e «contiene una casistica di eventi, ben oltre la consueta definizione di Material Adverse Change, il cui verificarsi permette alle banche sottoscrittrici di sciogliere l’impegno di garanzia». Condizioni che in ambienti vicini al consorzio vengono indicate come in linea con gli standard europei, considerato che sei banche su otto sono importanti istituti internazionali. Smentite inoltre anche le voci di possibili defezioni. FonSai dovrebbe dunque rispondere alla Consob già lunedì 9, mentre la commissione presieduta da Giuseppe Vegas tornerà a riunirsi il giorno seguente. Mercoledì 11 dovrebbe invece pronunciarsi il Tar del Lazio sull’ammissibilità del ricorso presentato da Sator e Palladio contro la decisione dell’Isvap di autorizzare Unipol a prendere il controllo di Premafin e FonSai. L’obiettivo dei vertici delle due compagnie è quello di far partire l’aumento lunedì 16 luglio. Sempre che non accada ancora una volta l’imprevedile. (riproduzione riservata)