di Andrea Di Biase
Dopo oltre cinque mesi dalla firma dell’accordo tra Unipol e Premafin finalizzato al salvataggio di Fondiaria- Sai, il gruppo bolognese ha ottenuto l’ultimo via libera necessario a procedere con l’operazione. Nella serata di ieri la Consob ha risposto in modo definitivo al quesito presentato da Unipol in merito all’esenzione dall’opa su Premafin e a cascata su FonSai e Milano Assicurazioni, appurando che tale obbligo non sussiste. Gli impegni presi da Unipol, che ha eliminato sia la manleva civile, concessa in un primo tempo ai componenti della famiglia Ligresti, sia la possibilità per questi ultimi di esercitare il recesso nell’ambito della fusione, hanno convinto l’authority presieduta da Giuseppe Vegas a concedere l’esenzione dall’opa su Premafin. La Consob ha inoltre concesso l’esenzione all’opa sulla Milano Assicurazioni, in quanto sulla base dei concambi preliminari per la futura fusione a quattro, questa non rappresenterebbe l’asset prevalente rispetto alla valutazione data da Unipol al gruppo Fondiaria-Sai. La pronuncia della Consob spiana dunque la strada all’avvio degli aumenti di capitale di Unipol e FonSai propedeutici all’integrazione tra i due gruppi. Anche se manca ancora qualche piccolo dettaglio. Si attende il nulla osta alla pubblicazione dei prospetti informativi che, tuttavia, dovrebbe arrivare questa mattina. Ma ormai il grosso del lavoro sembra ormai completato. I cda di Unipol e FonSai, riuniti nel pomeriggio di ieri, hanno dato il via libera alla doppia operazione da complessivi 2,2 miliardi, stabilendo il calendario dell’operazione. I diritti di opzione, sia per l’aumento Unipol sia per quello FonSai, saranno negoziati a Piazza Affari dal 9 al 20 luglio e potranno essere esercitati nel periodo compreso tra il 9 e il 27 luglio. Nella serata di ieri, dopo la pronuncia della Consob sull’esenzione dall’opa, i consigli delle due compagnie si sono riuniti nuovamente per definire i dettagli dell’aumento: rapporto di emissione delle nuove azioni e prezzo di sottoscrizione. Nella notte è stato firmato l’underwriting agreement con le banche del consorzio di garanzia guidato da Mediobanca con la partecipazione di Barclays Capital, Credit Suisse, Deutsche Bank, Morgan Stanley, Nomura, Ubs Investment Bank e Unicredit. Nel pomeriggio di ieri erano circolate indiscrezioni sulla possibilità che un paio di istituti si sfilassero dal consorzio. Indiscrezioni che tuttavia non hanno trovato conferme. Il cda di FonSai ha ribadito «il primario interesse della compagnia » a procedere con l’aumento da 1,1 miliardi nell’ambito del piano Unipol, prendendo atto del «parere favorevole» del comitato degli indipendenti arrivato a maggioranza (con il no di Salvatore Bragantini, Paolo e Jonella Ligresti), e a completare l’integrazione con Bologna. Il comitato, insieme all’advisor Citi, ha esaminato le novità sopraggiunte dallo scorso 11 giugno (revoca di manleva e recesso ai Ligresti, decisione di Premafin di dare esecuzione all’aumento riservato a Unipol nonostante la richiesta del custode giudiziale dei Trust, Alessandro Della Chà, di fermare l’operazione), prendendo atto che «i citati eventi confermano la concretezza » di un’operazione che ha «maggiori probabilità di esecuzione ». L’offerta di Sator e Palladio è stata invece ritenuta «caratterizzata da un grado di incertezza elevato», nonostante i «profili di interesse dal punto di vista finanziario». Il cda ha comunque deciso di verificarne la percorribilità qualora il piano Unipol dovesse saltare. L’offerta di Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo potrebbe tuttavia già non essere più valida, considerato che Sator e Palladio si erano riservati la possibilità di ritirarla nel caso in cui il cda di FonSai avesse dato esecuzione all’aumento di capitale da 1,1 miliardi finalizzato all’integrazione con Unipol. Circostanza che si è verificata nella giornata di ieri. I due investitori, che assieme detengono circa l’8% di FonSai, non si sono comunque dati per vinti. Come preannunciato lo scorso 27 giugno nel corso dell’assemblea della compagnia, Sator e Palladio hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento con il quale l’Isvap ha autorizzato Finsoe e Unipol Gruppo Finanziario ad acquisire il controllo di Premafin e delle sue controllate. Tra i profili di criticità che i due fondi avrebbero contestato di fronte al Tar ci sarebbe il fatto che la decisione dell’autorità di vigilanza presieduta da Giancarlo Giannini sarebbe stata presa esautorando il responsabile della divisione Vigilanza 1, Giovanni Cucinotta. Su tutta l’operazione aleggia l’ombra della Procura di Milano, dopo l’iniziativa del custode dei trust di Premafin, Alessandro della Chà, che la scorsa settimana aveva chiesto alla holding di bloccare l’operazione Unipol per permettere a Premafin di esaminare l’alternativa di Sator e Palladio. Le banche creditrici della holding hanno avviato un dialogo con il custode per spiegare la validità del piano Unipol, assicurando di coinvolgere la custodia negli sviluppi dell’operazione. Occorrerà ora capire se dietro il silenzio che avvolge il lavoro del pm Luigi Orsi, titolare delle indagini sul gruppo Ligresti, non si nascondano nuove clamorose iniziative. Intanto Unipol si avvia a replicare alla richiesta dell’Isvap di adeguare le sue riserve. Il gruppo bolognese, che per la Vigilanza dovrebbe accantonare circa 200 milioni, sarebbe convinto delle sue valutazioni anche in relazione al fatto che l’aumento dei sinistri pagati lo scorso anno – alla base della richiesta dell’Isvap – è legato a un’accelerazione delle procedure di liquidazione piuttosto che ad un loro aumento. (riproduzione riservata)