Sono molti gli indicatori negativi che in questi ultimi mesi hanno segnato l’evolversi della crisi in atto. Uno, più degli altri, indica con chiarezza come essa stia colpendo in modo sensibile le famiglie. Cala infatti la quota di nuclei familiari che riescono a risparmiare, passando dal 47,2% dell’anno scorso al 38, 7% previsto per quest’anno, così come cala il saldo tra chi ritiene suffi ciente il proprio reddito rispetto a chi non lo ritiene tale, che passa dal 53,4% al 45,7 (il massimo storico di soddisfatti del proprio stipendio fu raggiunto nel 2002 con il 71,7%); infi ne, il 46, 2% delle famiglie italiane ha cominciato a erodere i propri risparmi. Sono questi in sintesi i principali risultati dell’Indagine sul risparmio e sulle scelte fi nanziarie degli italiani nel 2012, condotta da Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Centro Einaudi e la Doxa, su un campione di 1.053 capi famiglia, intervistati tra gennaio e febbraio scorsi e presentata ieri a Torino. Secondo l’indagine, i più colpiti dalla crisi nelle entrate sono i ventenni (-21,4 punti rispetto al 2011), seguiti dalle donne (-8,9) e da esercenti e artigiani (-10,3). L’accesso al risparmio segna nel 2012 il minimo storico: i non risparmiatori raggiungono il 61,3% (52,8 nel 2011). Dalla ricerca emergono «il disorientamento e le diffi coltà delle famiglie nel guardare con fi ducia al futuro», ha spiegato il chief economist di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, secondo cui, «insieme al rigore, serve accelerare sul tema delle riforme e dell’equità, anche tra le diverse generazioni». Se si riuscirà a compiere questa svolta, «avremo una minore presenza dello stato nell’economia, un minor vincolo del debito pubblico e un’economia più moderna ed effi ciente» ha concluso. © Riproduzione riservata