La fusione fra Unipol e Fonsai potrebbe provocare la perdita di 3.500 posti di lavoro. Lo dice Claudio Demozzi, presidente dello Sna, il sindacato degli agenti assicurativi, che annuncia per il 21 giugno un presidio della propria organizzazione sotto la sede di Fonsai a Torino. Il Sindacato nazionale agenti, spiega il sindacalista in una nota, «non potrà tollerare che tanti onesti professionisti possano venire scambiati, o peggio ancora rottamati, per seguire logiche di risanamento finanziario, che non considerano prioritaria la salvaguardia delle reti agenziali e dei posti di lavoro». 
Le notizie che si rincorrono in questi giorni sul destino del gruppo Fonsai, spiega ancora la nota, «parlano di provvedimenti che potrebbero passare sopra le teste degli intermediari mietendo un numero imprecisato di vittime. Secondo le nostre peggiori stime circa 3.500 posti di lavoro sarebbero a rischio». Le stime sono più lugubri i rispetto a quelle circolate inizialmente, in cui si ventilava la perdita di circa 2mila posti di lavoro. 
Già una decina di giorni fa lo Sna aveva diffuso un comunicato in cui esprimeva «forte preoccupazione per la poca chiarezza con cui si sta gestendo la vicenda», sottolineando la difficoltà di una situazione in cui «anche Unipol mostrerebbe segnali di una gestione in affanno». Anche se «prendiamo atto di alcune note diffuse dal Gruppo Unipol, in cui si cerca di tranquillizzare il mercato, anche rispetto alle voci che vedrebbero in dirittura d’arrivo un piano strategico lacrime e sangue», diceva il sindacato, i timori convergono sulla possibilità della «chiusura di centinaia di agenzie, oggi presenti sul territorio nazionale». Nello scambio di documenti avuto con l’Antitrust, il gruppo Unipol ha fatto sapere che, per ottenere il via libera alla fusione con Fonsai, ridurrà la quota di mercato del nuovo gruppo vendendo o riducendo attività.