Si sono fatti attendere all’assemblea dei soci di Premafin, ma alla fine i fratelli Ligresti, dopo avere creato un po’ di suspance, hanno votato a favore dell’aumento di capitale da 400 milioni riservato a Unipol. Un passaggio indispensabile per la maxi-fusione che ormai da mesi la compagnia bolognese sta preparando con le tre società della galassia Ligresti, Premafin, Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni. Così, nella parte finale di un’assise a dir poco concitata, sia Jonella sia Paolo Ligresti, il cui voto era in dubbio dopo la recente decisione di non rifiutare la manleva, si sono espressi a favore della ricapitalizzazione. In particolare, ha votato in questo senso «oltre il 50%» del capitale, che in termini di presenza in assemblea, dopo un inizio a ranghi ridotti con appena il 25,6%, è via via salito al 56,67%. Determinante, per far scattare il quorum necessario per deliberare sull’aumento, l’arrivo, in grande ritardo, di Paolo Ligresti. A giungere all’Atahotel di Milano ad assise già iniziata anche il presidente di Premafin, Giulia (ha dichiarato di essere stata bloccata nel traffico), e la sorella Jonella, che ha fatto l’ingresso in sala in un momento ancora successivo. I tre fratelli Ligresti hanno complessivamente il 31% di Premafin, suddiviso in quote paritetiche, mentre un ulteriore 20% fa capo alle società collocate a monte della catena, Sinergia e Imco. La decisione è giunta subito dopo che Unipol ha diffuso un comunicato (che sembra si stato alla base della temporanea sospensione dell’assemblea così che i Ligresti potessero consultarsi e sentire i propri legali) in cui ha ribadito l’eliminazione della manleva ai membri della famiglia siciliana, così come da richieste di Consob (pena il lancio dell’Opa). Non solo: la compagnia di Via Stalingrado ha nuovamente sottolineato che l’eliminazione della manleva non è una condizione sospensiva dell’accordo. Un tema di non poco conto quest’ultimo, perché se così fosse potrebbe rientrare in gioco la proposta alternativa a Unipol messa a punto da Sator e Palladio. Un riferimento, ancorché indiretto, al piano delle due finanziarie lo hanno fatto ieri i rappresentanti di Jonella e Paolo Ligresti che, pur dando l’ok all’aumento, hanno chiesto che il cda di Premafin valuti ipotesi alternative migliorative rispetto a quella di Unipol. «L’importante – ha dichiarato il figlio maschio dell’ingegnere siciliano – è quello che è avvenuto oggi. Guardiamo ai fatti, l’assemblea ha dato il via libera al bilancio e all’aumento di capitale. Ora spetta al cda di Premafin valutare e esprimersi sulla lettera inviata oggi da Unipol». Secondo Ligresti ora anche la Consob potrebbe essere chiamata a esprimersi di nuovo sul tema della manleva: «La palla, secondo me, passa alla Commissione». Tranchant sull’intricata questione il professore Giorgio De Nova, che, interpellato da Premafin per un parere legale, ha spiegato: «Gli impegni di manleva non sono revocabili e quindi la revoca fatta da Unipol è senza effetto». In ogni caso, a prescindere dalla questione manleva, l’ok di Premafin all’aumento da 400 milioni fa scattare anche il via libera delle banche al riassetto del debito da 368 milioni, scongiurando l’escussione del pegno. I soci della holding, ieri, hanno anche approvato il bilancio del 2011.