di Alessandro Carollo
Dopo 32 anni è terminata l’avventura di Giovanni Perissinotto al timone delle Generali. Ma a quanto ammonteranno i suoi compensi per fine anticipata del mandato? Nella relazione sulle remunerazioni delle Generali ecco che cosa si prevede al riguardo: «a) in caso di scadenza naturale del mandato, non è prevista l’erogazione di alcun importo; b) in caso di anticipata cessazione dall’incarico di un amministratore, potrà essere riconosciuto allo stesso a titolo di indennizzo, qualora ne ricorrano i presupposti di legge, un importo fino al massimo del compenso spettante per il residuo periodo di durata della carica. Nessun importo verrà riconosciuto all’amministratore in caso di dimissioni, di revoca dell’incarico per giusta causa, per l’ipotesi in cui il rapporto cessi a seguito di un’offerta pubblica di acquisto nonché di decadenza (per qualsivoglia causa, fra cui anche il venir meno dei requisiti di professionalità , onorabilità e indipendenza, ovvero per il sopravvenire di situazioni impeditive e di incompatibilità ) e, comunque, per ogni altro fatto e/o causa non imputabile alla società . Nel caso in cui l’amministratore ricopra anche la carica di direttore generale della società , troveranno applicazione le seguenti disposizioni. In particolare, in caso di risoluzione anticipata del rapporto di lavoro di un direttore generale o di un dirigente con responsabilità strategica, il trattamento che potrà essere riconosciuto all’interessato, in coerenza con le previsioni normative e contrattuali vigenti, sarà pari a quanto previsto a titolo di preavviso dalle disposizioni normative e/o di contratto collettivo nazionale applicabili, più un importo equivalente a ventiquattro mensilità di retribuzione ricorrente, per tale intendendosi la retribuzione annua lorda incrementata della media di quanto effettivamente percepito a titolo di componente di breve termine della remunerazione variabile (balanced scorecard) nell’ultimo triennio. (…) Ai fini del calcolo dell’importo che potrà essere riconosciuto all’interessato, si terrà conto dell’ammontare complessivo di quanto dovuto a titolo di retribuzione annua lorda, di compenso per la carica da amministratore e della media di quanto effettivamente percepito a titolo di componente di breve termine della remunerazione variabile (balanced scorecard) nell’ultimo triennio relativamente a ciascuna delle cariche». Un calcolo abbastanza complesso, al quale va aggiunto il Tfr di 32 anni. Perissinotto nel 2011 ha guadagnato 1,8 milioni, di cui 800 mila euro come dg. La scadenza naturale del suo mandato era fissata con l’approvazione del bilancio 2012, per cui avrebbe diritto a 1 milione di indennizzo per l’anticipata risoluzione. Non è possibile calcolare il rateo dei piani di incentivazione a lungo termine, in quanto nella relazione sulla remunerazione non sono stati indicati, in quanto maturano i loro effetti a partire dal 2013. Oltre all’indennità di mancato preavviso contrattuale (un anno), occorre aggiungere i 24 mesi previsti dalle Generali per i direttori generali, quindi 2,4 milioni come minimo. Infine c’è il Tfr: calcolando una mensilità media all’anno per 32 anni, è facile pensare che sia superiore al milione. Riassumendo, a meno di particolari accordi transattivi, peraltro non previsti nella relazione sulle remunerazioni, dalle casse delle Generali dovranno uscire non meno di 5 milioni per dire addio a Perissinotto. Nel caso di Cesare Geronzi, un anno fa, oltre a quanto stabilito nel contratto, il cda decise di aumentare l’exit package di un’altra annualità di stipendio. (riproduzione riservata)