di Carlo Giuro
Nell’ambito del Piano sociale per il Sud il Governo ha reindirizzato 2,3 miliardi di fondi comunitari riqualificandone l’impiego. Tra i principali obiettivi vi è quello dell’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti (per cui sono destinati 330 milioni). L’Italia è infatti un Paese anziano. Il tutto si accentua in considerazione delle tendenze sociali in atto che vedono aumentare la percentuale di famiglie mono- nucleo e il tasso di attività delle donne. Come attrezzarsi con strumenti di welfare privato? La prima possibilità è quella dei fondi sanitari che per offrire la possibilità di usufruire della deducibilità fiscale dei contributi agli aderenti, devono iscriversi all’Anagrafe dei fondi sanitari istituita presso il ministero della Salute, e rispettare il vincolo della destinazione del 20% delle proprie risorse per le prestazioni cosiddette vincolate, considerando come tali le cure odontoiatriche e proprio quelle per la non autosufficienza. Al momento i fondi sanitari iscritti all’Anagrafe sono circa 300 con oltre 6 milioni di iscritti. Il mercato è poi composto da compagnie che offrono polizze individuali o collettive (nel vita e nel danni) di Long term care (Ltc). Anche i fondi pensione si candidano come per la copertura contro il rischio di non autosufficienza. Ma soltanto il 13% dei fondi pensione aperti (9 fondi, dei quali 5 offerti dallo stesso promotore) la prevede. I Pip, invece, sono passati dai 4 del 2007 agli 11 attuali (pari al 15% dei Pip) e sono l’unico tipo di strumento previdenziale che offre Ltc sia in fase di accumulo che in fase di rendita (due Pip prevedono la copertura in entrambi i casi). Mentre i fondi chiusi che prevedono la Ltc come opzione sono 27 casi (73% del totale). L’iscritto è libero di decidere fino al momento della richiesta della prestazione se attivare l’opzione. I limiti di età imposti per effettuare la scelta (tra i 70 e i 75 anni) riducono però la facoltà di scegliere nel momento preferito la rendita con Ltc. (riproduzione riservata)
Generali va Pianoforte
Generali lancia PianoForte, la prima soluzione che coniuga un piano di risparmio con una copertura per la perdita di autosufficienza (inclusa nel premio). Il piano è collegato a Gesav, gestione che negli ultimi 10 anni ha reso il 4,77% medio lordo. In caso di perdita permanente di autosufficienza, è prevista una rendita vitalizia di 6 mila euro l’anno