Si è tenuto venerdì 11 maggio il battesimo del nuovo cda di Piazza Cordusio presieduto da Giuseppe Vita. Il vertice (19 membri al posto dei precedenti 23) ha dato ufficialmente forma all’assetto azionario seguito al maxi aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro dello scorso inverno con un minor peso delle storiche Fondazioni a favore di Fondi Sovrani e istituzionali. 
Non solo, in questi stessi giorni il gruppo guidato da Federico Ghizzoni ha alzato il velo su un primo trimestre dell’anno non particolarmente brillante in termini numerici per quanto superiore alle attese di consenso e con qualche segnale incoraggiante. Il che ha rafforzato la convinzione di molti analisti che il peggio sia ormai alle spalle. Sono infatti numerosi i broker che, all’indomani della pubblicazione del bilancio di Piazza Cordusio, hanno consigliato ai propri clienti di comperare il titolo. E anche con target piuttosto elevati. Mediobanca addirittura è outperform a 6,4 euro, SocGen è buy a 4 euro, Equita buy a 4,8 euro, Berenberg Bank buy a 5,87 euro, Exane Bnp Paribas outperform a 4,2 euro, Intermonta outperform a 4,25 euro e Banca Imi buy a 4,79 euro. Suggeriscono invece un atteggiamento neutrale Banca Akros (a 3,6 euro), Natixis (3,27 euro), Nomura (4,6 euro), Keefe, Bruyette (3,7 euro) e Crédit Suisse (a 4,5 euro). Intermonte sottolinea come il rafforzamento patrimoniale ottenuto con la recente ricapilizzazione posizioni il gruppo su un territorio sicuro e come la diversificazione geografica stia tornando a essere un vantaggio distintivo in un periodo di crisi e di crediti a rischio. 
Il gruppo di Piazza Cordusio tra gennaio e marzo ha registrato un utile netto di 914 milioni (+12,8% rispetto agli 810 milioni di un anno fa), in miglioramento rispetto ai 114 milioni dell’ultimo trimestre 2011 e superiore al consenso degli analisti, che si attestava a 805 milioni. Ben 477 milioni di profitti peraltro sono riconducibili al riacquisto di obbligazioni Tier 1 e Upper Tier II. E in effetti il dato relativo all’utile netto normalizzato è diverso: 444 milioni (-45% su base annua e +80% rispetto all’ultimo trimestre 2011). Il margine di intermediazione si è attestato a 7,1 miliardi (superiore al consenso degli analisti pari 6,9 miliardi, e in aumento del 2,5% annuo e del 16,6% sull’ultimo trimestre del 2011). Il risultato netto di gestione è più che raddoppiato rispetto all’ultima parte del 2011 a 1,86 miliardi (1,74 miliardi il consensus) grazie agli utili straordinari risultanti dall’operazione di riacquisto, ai buoni risultati dei mercati e alla tenuta della gestione operativa. Al netto del riacquisto il dato è pari a 1,17 miliardi (-25% annuo, ma +46% rispetto al quarto trimestre dello scorso esercizio). Il core tier 1 si colloca al 10,31%, oltre il 9% fissato dall’Eba e al 10% per le Sifi, le banche sistemiche. 
Quanto al futuro, per l’intero 2012 il consenso degli analisti vede un utile netto poco sopra 2 miliardi, mentre per il 2013 e il 2014 la proiezione è rispettivamente di 2,78 miliardi e 3,48 miliardi.
«È un buon trimestre – ha dichiarato l’a.d. Federico Ghizzoni – e, guardando al futuro, siamo fiduciosi di poter navigare su queste acque non tanto tranquille. I ratio di capitale sono solidi così come la liquidità. Abbiamo completato il 44% del funding plan complessivo e il 51% di quello in Italia». Il manager sottolinea poi, «Lo stato patrimoniale solido che ci consente di affrontare con fiducia il contesto attuale. Siamo in linea con con i target del piano strategico e il gruppo si muove nella giusta direzione».