Tornano in campo Sator e Palladio con una nuova offerta, questa volta direttamente su Fondiaria-Sai, che prevede un aumento di capitale per la compagnia per una cifra non inferiore di 800 milioni. I due investitori sottoscriveranno un aumento (da 300-400 milioni a 1,5-2,5 euro per azione) a prezzo doppio rispetto a un secondo aumento, non inferiore a 400 milioni, offerto in opzione ai soci Fonsai. L’aumento riservato e la quota in opzione sarebbero sottoscritti da una newco, il cui capitale sociale sarà detenuto direttamente o indirettamente dagli investitori. Il comunicato sottolinea poi che «la sottoscrizione da parte degli investitori di una quota del capitale di Fonsai a un prezzo almeno doppio rispetto a quello destinato al mercato consente di strutturare un’operazione in cui il maggior valore rispetto alle quotazioni di Borsa non viene riconosciuto a Premafin», ma direttamente «alla società e a tutti i suoi azionisti» e consente inoltre di non gravare la società con i debiti dell’azionista né con il «potenziale onere relativo al recesso degli azionisti Premafin», essendo preclusa la successiva fusione della holding di casa Ligresti con la controllata «e consentendo così, a parità di margine di solvibilità obiettivo, di ridurre l’ammontare della richiesta al mercato». 
Sator e Palladio hanno detto di avere già ricevuto manifestazione di interesse per costituire un consorzio di garanzia per una quota rilevante del rischio mercato. Tuttavia «l’unico soggetto titolato a dare mandato per la formazione del consorzio è la stessa Fonsai, non un suo azionista». Se entro sette giorni dal ricevimento dell’offerta il cda della società assicurativa si dirà disponibile a valutare il deal, «entro i 15 giorni successivi saranno definiti di comune intesa», gli altri dettagli, compreso il presso delle azioni per l’aumento di capitale e la promozione del consorzio di garanzia per l’aumento. I due alleati hanno inoltre impugnato le delibere assembleari di Fonsai su autorizzazione all’emissione di una nuova categoria di azioni di risparmio e aumento di capitale in opzione perché si ritiene che «Premafin per effetto della mancata pubblicazione dell’impegno assunto con Ugf» il 29 gennaio e «rilevante sotto il profilo parasociale» abbia «espresso illegittimamente il proprio voto». Oltre ad avere «presentato una memoria alla Consob in merito all’applicabilità della disciplina relativa alla esenzione in capo a Ugf dell’obbligo di Opa».