Le Generali non sono le uniche a cui sta stretto il patto di sindacato di Rcs. Parola di Diego Della Valle, azionista del gruppo editoriale al 5,4%, da poco uscito sbattendo la porta dall’accordo che vincola oltre il 58% della società, perché in disaccordo con Mediobanca e Fiat (13,7% e il 10,29% del patto). A margine dell’assemblea degli azionisti del gruppo che edita il Corriere della Sera, che si è riunita ieri per dare l’ok ai conti del 2011 e al nuovo cda, il patron della Tod’s ha dimostrato di non avere sotterrato l’ascia di guerra, tant’è che non ha preso parte al voto sul bilancio. «Ho sentito dire questa cosa da Perissinotto – ha dichiarato Della Valle riferendosi all’ad di Generali, che sabato ha spiegato che la quota del 3,71% nel Leone non è più strategica – ma l’ho sentita dire da molte altre persone, anche se oggi ovviamente per correttezza si espongono il meno possibile». Pertanto, secondo l’imprenditore marchigiano, il patto di Rcs, «di fatto, non esiste più». Nello stesso tempo Mr Tod’s si è detto pronto a «crescere ancora» nel capitale, «il prima possibile». Della Valle è il secondo più grande socio fuori patto, preceduto da Giuseppe Rotelli, che in questi giorni dovrebbe salire al 16,55% con l’acquisto del 5,24% della famiglia Toti. Rotelli, con l’assemblea di ieri, ha fatto il proprio ingresso nel cda del gruppo editoriale come rappresentante delle minoranze. Soprattutto, però, il cda che si è riunito dopo l’assise lo ha nominato vicepresidente di Rcs, insieme con Roland Berger, mentre per la presidenza, come da attese, è stato scelto Angelo Provasoli, che sostituisce Piergaetano Marchetti (rimasto nel board). Sembra, invece, richiedere ancora del tempo la scelta del nuovo ad che raccoglierà il testimone di Antonello Perricone (del quale Della Valle auspicava la riconferma). «Mi sembra corretto – ha detto Marchetti – che l’ad venga individuato dal nuovo cda. È più facile che ci sia una rosa su cui sceglierà». Il cda di ieri ha così affidato al vice dg Riccardo Stilli «funzioni vicarie» per la gestione ordinaria sino alla nomina dell’ad. Alla guida di Rcs, a parere di Mr Tod’s, servono «manager bravi, con una visione internazionale, che vogliano essere apprezzati per il lavoro fatto e non per il bacio della pantofola». Ieri, intanto, in Borsa, Rcs ha guadagnato il 5,5%, rialzo che qualcuno ha spiegato con la volontà di Della Valle di crescere ancora nell’azionariato. Sempre ieri è emerso che le Editions Albin Michel hanno depositato, da sole, un’offerta per l’acquisto da Rcs della controllata francese Flammarion.