di Andrea Di Biase
L’offerta presentata congiuntamente da Sator e Palladio Finanziaria a Premafin per la ristrutturazione del debito della holding e il rafforzamento patrimoniale e il rilancio di Fondiaria-Sai scadeva alle mezzanotte di ieri. Mentre MF-Milano Finanza andava in stampa i due investitori non avevano ancora comunicato una nuova proroga, che con ogni probabilità non dovrebbe comunque essere arrivata. Ciò non significa che Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo, di fronte all’esclusiva tra Unipol e Premafin (scadrà il 30 giugno), abbiano deciso di gettare la spugna. Anzi, come ribadito nei giorni scorsi dai diretti interessati, la cordata Sator-Palladio rimane intenzionata ad andare avanti su FonSai. Attraverso quale strada è ancora presto per dirlo. Tuttavia, anche in caso di mancata proroga dell’offerta originaria, i due investitori ritengono di avere la possibilità di tornare in partita nel caso la proposta Unipol dovesse saltare di fronte al protrarsi delle difficoltà e dei ritardi incontrati finora. Già nel corso della giornata di domani Arpe e Meneguzzo potrebbero infatti ripresentare l’offerta, che potrebbe essere anche rimodulata, spostando il tiro da Premafin direttamente a Fondiaria-Sai. Sator e Palladio che sono azionisti della compagnia con l’8% e che sono riusciti a nominare il presidente del collegio sindacale (Giuseppe Angiolini) e a far entrare Salvatore Bragantini nel comitato di amministratori indipedenti chiamato ad esprimersi in modo vincolante sui concambi per la fusione con Unipol, potrebbero decidere di destinare le risorse inizialmente indirizzate a Premafin direttamente a copertura dell’aumento FonSai, cercando allo stesso tempo di organizzare un consorzio di garanzia per un aumento stand-alone alternativo a quello messo assieme da Mediobanca. Ma affinché questa strada sia percorribile è necessario innanzitutto che la proposta Unipol venga a cadere, ma è altrettanto necessario il via libera dei regolatori. Finora, infatti, l’Isvap si è astenuta dal procedere al commissariamento di FonSai solo a fronte del piano di rafforzamento patrimoniale presentato dai bolognesi. Se questi si ritirassero potrebbero dunque non esserci i tempi tecnici per procedere a un aumento stand-alone. C’è poi l’incognita rappresentata dall’inchiesta della Procura di Milano. Se, in caso di passo indietro da parte di Unipol, è possibile immaginare che il pm Luigi Orsi possa chiedere il fallimento di Premafin, come già fatto per Sinergia e Im.Co, più difficile è immaginare quale potrebbe essere la sorte di FonSai. Nella tarda serata di ieri si è riunito anche il cda di Premafin nel corso del quale il presidente Giulia Ligresti e il dg Andrea Novarese, insieme al legale Giuseppe Lombardi, avrebbero informato il consiglio sull’incontro con l’Antitrust. Negli uffici della holding erano presenti anche la vicepresidente di Fonsai, Jonella Ligresti, e il fratello Paolo. Il cda di Fondiaria-Sai tornerà invece a riunirsi nella giornata di domani per proseguire l’analisi del lavoro del comitato degli indipendenti sui concambi per la fusione e per fare il punto sui paletti posti dall’Antitrust alla trattativa con Unipol. Infine dal cda di Milano Assicurazioni si sono dimessi, per il divieto ai doppi incarichi prevsito dall’articolo 36 del decreto salva-Italia, il presidente Angelo Casò, che ha preferito mantenere il posto nel consiglio di Mediobanca, e altri sei consiglieri, tutti indipendenti. Per le sostituzioni il board della Milano si riunirà l’8 maggio. (riproduzione riservata