di Andrea Di Biase
Mentre ferve ancora la trattativa con Unipol sui concambi per la fusione, dall’assemblea di Fondiaria-Sai che si è riunita ieri a Torino è emerso almeno un primo punto fermo. Secondo quanto riferito ai soci dal presidente Jonella Ligresti, nel caso venisse meno il salvagente rappresentato dal piano Unipol, anche alla luce delle attuali condizioni di mercato, ci sarebbe molta incertezza sul fatto che FonSai possa ottenere dal sistema bancario la disponibilità a formare un consorzio di garanzia per procedere a un aumento di capitale su basi stand-alone. Un cambio di rotta importante rispetto a quanto indicato dalla stessa Jonella Ligresti in occasione dell’assemblea straordinaria del 19 marzo, quando il presidente di FonSai non aveva escluso, nel caso fosse venuto meno l’accordo con Unipol, la possibilità di procedere comunque al rafforzamento patrimoniale richiesto dall’Isvap per riportare il margine di solvibilità sopra il 100% (era al 75% a fine 2011 ed è tuttora sotto la soglia minima regolamentare). Questa paventata difficoltà a mettere assieme un consorzio di banche alternativo a quello organizzato da Mediobanca, che è inscindibile dalla doppia ricapitalizzazione (propedeutica all’integrazione) di Unipol e FonSai, ha sbarrato di fatto la strada alla proposta alternativa avanzata da Sator e Palladio. Non per niente, nel corso dell’assemblea, i rappresentanti dei due fondi hanno chiesto più di un chiarimento, anche in chiave polemica, ai vertici di Fondiaria-Sai. La possibilità di procedere a una ricapitalizzazione della compagnia su basi stand alone è infatti uno dei punti cardine del piano messo a punto da Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo. Il fatto che i vertici di FonSai, supportati dal parere dell’advisor Goldman Sachs, abbiano definito «molto rischiosa e incerta questa prospettiva» ha fatto dunque venire meno uno dei presupposti di base del piano di Sator e Palladio. Qualche dettaglio in più lo ha fornito il presidente uscente del collegio sindacale, Benito Marino, rivolgendosi direttamente agli azionisti presenti in assemblea. Nel rispondere ai rilievi sull’operazione Unipol formulati proprio da Sator e Palladio nella lettera inviata il 16 aprile scorso, Marino, dopo avere sottolineato che le medesime preoccupazioni circa il coinvolgimento nella fusione anche di Premafin e del suo debito erano state avanzate al cda anche dallo stesso collegio sindacale, ha fatto presente che nella riunione del board di FonSai del 19 aprile, l’advisor Goldman Sachs ha comunque evidenziato come il piano Unipol «rappresenta un’operazione di salvataggio ed è, allo stato, la migliore soluzione in concreto percorribile». «Questa indicazione », ha spiegato il presidente del collegio sindacale, sempre facendo riferimento al parere di Goldman, «considera che solo tale operazione garantisce la presenza del primario operatore Mediobanca a capo del consorzio di garanzia». Marino ha infine precisato che, sempre sulla base del parere esposto dall’advisor, «le alternative al momento presenti – e in particolare l’eventualità di un’operazione stand alone e l’operazione proposta da Sator e Palladio – presentano, rispetto all’operazione con Unipol, una elevata dose di rischio di insuccesso, tenuto conto della situazione macroeconomica attuale e dello stato di crisi di Fon- Sai». Parole che non lascerebbero ombra di dubbio sulla posizione dell’advisor della compagnia, che sempre nella riunione del cda del 19 marzo ha comunque espresso valutazioni divergenti rispetto a quelle di Unipol sui concambi della fusione. Fondiaria-Sai, forse anche per non perdere potere negoziale nella trattativa coi bolognesi, ha voluto precisare le parole del presidente del collegio sindacale. «In relazione alla dichiarazione del collegio sindacale concernente le valutazioni esposte dall’advisor Goldman Sachs nel corso della discussione consiliare del 19 aprile 2012», si legge in una nota di FonSai, diramata ad assemblea ancora in corso, «è opportuno precisare che la relazione del collegio riporta in modo che appare impreciso e parziale la posizione, ben più articolata, espressa dall’advisor ». La compagnia, forse anche in virtù dell’accordo in esclusiva firmato dalla controllante Premafin con Unipol, ha inoltre precisato che, contrariamente a quanto esposto dal presidente del collegio sindacale, «la proposta di Sator e Palladio non è mai stata analizzata dal consiglio di amministrazione in quanto non rivolta alla società». Parole presumibilmente dettate dai legali della compagnia, visto che l’accordo tra Premafin e Unipol prevede esplicitamente che anche FonSai e Milano Assicurazioni si astengano dal «sollecitare e/o negoziare e/o discutere con terzi, direttamente o indirettamente, anche per interposta persona o attraverso consulenti, alcuna operazione di qualsivoglia natura che possa interferire o essere, direttamente o indirettamente, incompatibile con una qualunque delle diverse fasi del progetto di integrazione». La cordata formata da Sator e Palladio potrebbe avere ancora qualche freccia al proprio arco. Grazie alla nomina di Giuseppe Angiolini alla presidenza del collegio sindacale e di Salvatore Bragantini in cda, il tandem Arpe-Meneguzzo potrebbe avere un ruolo decisivo nella trattativa sui concambi. Nel corso dell’assemblea il rapp r e s e n t a n t e di Palladio ha auspicato che Bragantini, in quanto in possesso dei requisiti ai sensi di legge, possa essere nominato nel comitato degli indipendenti il cui parere sarà decisivo nella trattativa con Unipol. Il primo cda per la nomina dei comitati è stato convocato per domani. Per ora l’ad di FonSai, Emanuele Erbetta, sul possibile ingresso di Bragantini nel comitato si è limitato a dire: «Vedremo». Sator e Palladio avrebbero inoltre espresso voto contrario sul bilancio 2011 della compagnia. Sul punto non ci sono conferme ufficiali, ma stando alle risultanze aggregate sul voto, con presente il 53% del capitale (36% Premafin, 6,6% Unicredit, 5% Palladio, 3% Sator, i soci sopra il 2%) ha votato a favore l’80% dei presenti, mentre il restante 20% (pari al 10% circa del capitale) ha votato contro. I due investitori, che hanno già presentato denuncia ai sensi dell’articolo 2408 del codice civile, hanno dunque la possibilità di impugnare il bilancio di FonSai davanti al giudice. (riproduzione riservata)