di Roberta Castellarin e Paola Valentini
I fondi pensione vanno alla riscossa. Dopo il risicato 0,1% realizzato nel 2011, i comparti di categoria hanno archiviato il primo trimestre del 2012 con un rendimento medio di circa il 3,8%, mentre la rivalutazione del tfr in azienda è stata pari all’1,1%, grazie alla ripresa dell’inflazione. Bilancio in attivo anche per i fondi pensione aperti, che registrano in media il +4,2%, che compensa il -2,4% del 2011. Performance positive legate al rimbalzo dei mercati nei primi tre mesi. Che però adesso devono essere difese. La correzione delle borse e la risalita dello spread di questi giorni sta mettendo a dura prova i gestori dei fondi pensione. I quali devono lottare contro la volatilità dei mercati e contro la scarsa adesione dei lavoratori, nonostante la recente riforma della pensione pubblica, che implica un futuro di assegni certi, ma poveri. Secondo l’ad di Generali Giovanni Perissinotto, che ha partecipato al Salone del Risparmio di Assogestioni conclusosi a Milano venerdì 20 aprile, lo Stato deve informare di più i cittadini sulla propria posizione previdenziale: «I lavoratori dovrebbero ricevere, come in Svezia, una busta arancione che li informa su quando andranno in pensione e con quale assegno». Dietro il mancato decollo dei fondi pensione, oggi sottoscritti soltanto dal 20% dei lavoratori, c’è anche un bilancio poco positivo della storia della previdenza complementare in Italia. Il percorso dei fondi pensione, iniziato in Italia nel 1992, è «una parabola» che ha incontrato «un eccesso di entusiasmo», ma ora appare come un «bicchiere più vuoto che pieno», ha affermato il ministro del Lavoro Elsa Fornero, sempre al Salone del Risparmio. A suo avviso «il fattore dominante è che effettivamente questo Paese non cresce e nella mancata crescita ha sacrificato il reddito da lavoro dipendente, da cui i fondi pensione debbono trarre la propria alimentazione». Secondo il ministro, «qualcosa non ha funzionato a livello normativo e forse per l’eccessiva diversificazione e per il confezionamento di alcuni prodotti». Quanto ai giovani, che sono i «destinatari dei fondi pensione», secondo Fornero sono ostacolati da «carriere precarie, spezzate e povere». Eppure un mercato dei fondi pensione sviluppato potrebbe sostenere la crescita economica. In questo senso va segnalata l’iniziativa di Solidarietà Veneto, fondo dei dipendenti della Regione Veneto. «L’intento è individuare una società specializzata», spiega la presidentessa Vanna Giantin, «con cui organizzare l’investimento di una parte delle risorse in obbligazioni, emesse da istituti di credito regionali, che abbiano una diretta ricaduta sul territorio: ci si attendono positivi riscontri per il tessuto economico regionale». Intanto continuano a partire nuovi fondi negoziali per i dipendenti pubblici. Dopo Espero (scuola) e Perseo (sanità), Covip ha autorizzato Sirio, destinato ai dipendenti di ministeri, di enti pubblici non economici, della presidenza del consiglio, dell’Enac, del Cnel e dell’Agenzia del demanio. I potenziali aderenti sono circa 260 mila. (riproduzione riservata)