di Andrea Di Biase
Manca ancora l’accordo sui numeri dell’operazione ma, almeno sotto il profilo della valenza industriale dell’operazione, il consiglio di amministrazione di Fondiaria-Sai, dopo la riunione fiume di ieri, ha dato un primo via libera al progetto di integrazione con Unipol. Il cda presieduto da Jonella Ligresti, che ha anche risposto alle richieste di integrazione delle informazioni sul bilancio e sulla remunerazione del top management avanzate dalla Consob, ha deciso di proseguire sulla strada dell’accordo con la compagnia bolognese tracciata dall’azionista di riferimento Premafin, senza esplorare eventuali alternative, ma alla luce del lavoro dei propri advisor (Goldman Sachs e Citigroup, quest’ultima assiste il comitato dei consiglieri indipendenti), ha dato mandato all’ad Emanuele Erbetta e al dg Piergiorgio Peluso di negoziare un miglioramento dei concambi prospettati da Unipol. Il gruppo guidato da Carlo Cimbri punta infatti ad avere almeno il 66,7% della compagnia che dovrebbe nascere dalla fusione in Fondiaria-Sai di Premafin, Milano Assicurazioni e di Unipol Assicurazioni e, sulla base del prezzo di emissione delle nuove azioni della holding presieduta da Giulia Ligresti (0,195 euro) nell’ambito dell’aumento di capitale riservato da 400 milioni, ha valutato ciascuna azione Fon- Sai 3,38 euro. Un prezzo superiore agli 1,05 euro riconosciuto ieri dalla borsa, ma inferiore ai 3,95 euro presi come riferimento da Premafin per l’impairment necessario ad approvare il bilancio 2011. Ma non sarebbe solo la valutazione della compagnia ad aver spinto il cda di FonSai a chiedere un miglioramento delle condizioni finanziare dell’operazione. Anche la prospettiva che per via della fusione con Premafin la nuova compagnia sarà appesantita dei 368 milioni di debiti della holding, seppur ristrutturati, ha convinto gli amministratori di Fondiaria-Sai ha puntare a un supplemento di trattativa. Non è chiaro, a questo punto, vista anche la ristrettezza dei tempi, chi dovrà farsi carico dello sforzo economico chiesto da FonSai: se Unipol, il cui cda ha però deliberato nei minimi dettagli il progetto di integrazione, o le banche creditrici di Premafin capeggiate da Unicredit e Mediobanca, cui potrebbe essere chiesto (come anticipato ieri da MF-Milano Finanza) di aumentare la taglia del bond convertendo, attualmente pari a 225 milioni. Questo strumento finanziario, che Unipol si è detta disponibile a sottoscrivere fino a 70 milioni, vale a tutti gli effetti come capitale. Ragione per cui un innalzamento della taglia del bond potrebbe rappresentare quel miglioramento richiesto dal cda di FonSai. Su questo punto si era soffermato, con una lettera inviata al cda lo scorso 12 aprile (prima dunque che venisse sollecitato in tal senso da Sator e Palladio), anche lo stesso collegio sindacale della compagnia. Nella missiva i sindaci chiedevano al board se la prospettata operazione di integrazione con Unipol potesse arrecare eventuali danni patrimoniali a Fonsai e ai suoi azionisti. Il 17 aprile il cda di FonSai ha risposto ai sindaci precisando per iscritto che «le modalità e i termini della partecipazione della controllante Premafin alla prospettata operazione di fusione formano già oggetto dell’attenta e approfondita valutazione in corso in relazione all’operazione complessiva » e che «la determinazione al fine della fusione del valore economico di Fondiaria-Sai nonché del valore da attribuirsi alle relative azioni nella valutazione della controllante Premafin, formano oggetto delle analisi degli advisor». Infine il cda di FonSai ha fatto presente al collegio sindacale che nella determinazione dei concambi sulla fusione sarà tenuto conto «dell’esito dell’attività di due diligence svolta dalle struttura e degli advison su Unipol Assicurazioni». Nonostante la richiesta di migliorie avanzata dal cda di FonSai, sembra comunque difficile che l’operazione possa saltare. Negli ambienti bancari che più da vicino stanno seguendo l’evoluzione della partita si segnala che un accordo sui numeri potrebbe essere raggiunto già nel corso del fine settimana, in modo tale che martedì 24, quando si terrà l’assemblea di Fondiaria-Sai, gli amministratori possano presentarsi con l’intesa in tasca. Altre fonti, al contrario, sottolineano la difficoltà, legata al fitto calendario di appuntamenti dei prossimi giorni, di trovare gli spazi per procedere alla negoziazione in tempo per martedì. Per ora l’unico ad essersi sbilanciato in merito è stato l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni. Parlando nel corso di una conferenza stampa, il ceo di Piazza Cordusio ha ricordato che sul tavolo non ci sono «serie alternative» al progetto presentato da Unipol per il risanamento della galassia Ligresti. «Obiettivamente credo che la proposta Unipol sia l’unica concreta sul tavolo, non vedo serie alternative», ha affermato Ghizzoni. L’ad di Unicredit ha parlato al termine del cda di Piazza Cordusio nel corso del quale è stato fatto il punto sulla situazione con il gruppo Ligresti. Il board non avrebbe tuttavia preso decisioni «perché non abbiamo portato nulla in cda», ha spiegato Ghizzoni precisando che l’aggiornamento è stato fatto «a titolo informativo» Il cda di ieri di FonSai ha infine precisato i criteri che hanno portato a corrispondere 10 milioni di euro all’ex ad Fausto Marchionni a titolo di integrazione del trattamento di fine rapporto, dopo l’addio alla carica nella primavera del 2011. Tra questi c’è anche lo «specifico obbligo di riservatezza » previsto dall’accordo. In particolare circa 2 milioni di euro sono il valore calcolato dell’indennità sostitutiva del preavviso prevista dal contratto nazionale; si sono poi valutati i costi derivanti dalla prosecuzione del rapporto ed è stato considerato che l’accordo definitivamente esclude ogni possibilità di rivendicazione di qualsiasi tipo. Da ultimo si è anche preso in esame il fatto che Marchionni aveva un’anzianità di servizio di oltre 44 anni che meritava, anch’essa, un riconoscimento. (riproduzione riservata)