di Roberta Castellarin e Paola Valentini
Il monte dividendi 2011 distribuito da Piazza Affari si è ridotto di un quarto, passando da 18 a 13 miliardi di euro. Non è andata così al monte stipendi percepito dai manager delle principali società industriali e di alcune banche e assicurazioni. In base ai primi 60 bilanci già disponibili, che contengono le remunerazioni di 850 manager, emerge che i compensi non hanno risentito della crisi. Anzi il monte remunerazioni è salito da 210 a 263 milioni per il primo gruppo delle società che hanno già reso disponibili i documenti annuali. Con un’avvertenza. Nei bilanci 2011 è stata introdotta la relazione sulla remunerazione che obbliga le società quotate a dare maggiori dettagli su come vengono pagati i manager. Quindi le informazioni disponibili sono maggiori soprattutto sul fronte dei compensi variabili. Nel nuovo documento, per esempio, vengono calcolate al valore corrente stock option e azioni gratuite di competenza dell’esercizio anche se non esercitate. Numeri così puntuali non erano disponibili nel 2010. Ancora una volta sono le maxiliquidazioni a caratterizzare la classifica. Se l’anno scorso era in testa Alessandro Profumo con i 40,6 milioni percepiti da Unicredit, questa volta al primo posto è Cesare Geronzi. L’ex presidente di Generali, grazie a un’indennità di fine carica di 16,6 milioni ed emolumenti fissi per 826 mila euro, con un totale di 17,5 milioni sorpassa Sergio Marchionne, ad di Fiat, che ha percepito una remunerazione complessiva di 14,4 milioni, e Luca Montezemolo, che tra compensi per la carica in Fiat e fair value delle azioni gratuite di competenza dell’esercizio registra compensi per 5,5 milioni. Peraltro Marchionne ai primi di febbraio di quest’anno ha venduto 980 mila azioni Fiat e altrettante Fiat Industrial a un prezzo rispettivamente di 4,65 e 7,6-7,9 euro incassando oltre 12 milioni. Fiat ha spiegato che Marchionne ha dovuto vendere le azioni per pagare gli oneri fiscali connessi all’assegnazione. I titoli ceduti infatti sono una parte dei 4 milioni di Fiat ordinarie e dei 4 milioni di Fiat Industrial ordinarie attribuite al supermanager in forza del piano di stock grant deliberato dall’assemblea nel marzo 2009. Azioni che si trovano in bilancio calcolate al fair value in base alla competenza. E che si sommano ai 2,4 milioni pagati al manager dall’azienda. Entra in classifica, sempre grazie a Fiat, anche Harold Boyanovsky, ex amministratore delegato e presidente di Cnh, che tra compensi non equity e fair value delle azioni assegnate arriva a un totale di 3,6 milioni. Per il manager è prevista anche un’indennità di fine carica di 1 milione. Proprio il Lingotto è ai primi posti per i compensi erogati l’anno scorso ai dirigenti, alle spalle di Generali, che ha speso 28 milioni. Fiat spa ha erogato compensi per 22 milioni, Fiat Industrial per 6,8 milioni. Nella galassia Agnelli spiccano anche i compensi della Juventus, che chiude il bilancio al 30 giugno. Jean Claude Blanc ha ottenuto 637 mila euro come amministratore delegato fino all’11 maggio dello scorso anno, più compensi aggiuntivi per 1,2 milioni. Nello stesso periodo ha ricevuto come direttore generale 580 mila euro come retribuzione da lavoro dipendente e indennità di affitto (cui si sommano compensi aggiuntivi per 550 mila euro). Giuseppe Marotta, amministratore delegato, ha preso 825 mila euro per la carica, 545 mila come retribuzione da lavoro dipendente, più bonus per 63 mila euro. Andrea Agnelli come presidente ha ricevuto 470 mila euro. L’ex giocatore Pavel Nedved come consigliere ha ottenuto 140 mila euro (di cui 133 mila per l’incarico di sviluppo tecnico della prima squadra e del settore giovanile). Al terzo posto delle società che pagano di più i propri manager c’è Mediaset con un totale di 13 milioni. Fedele Confalonieri che ha percepito un compenso 2011 di 3,8 milioni, che comprende una componente fissa di 2,9 milioni (la retribuzione annua lorda è pari a 1,4 milioni, più 1,5 milioni per la carica ricoperta). A questi importi si aggiungono il corrispettivo relativo al patto di non concorrenza erogato nel 2011, pari a 400 mila euro. Confalonieri ha percepito inoltre un ulteriore compenso di 72.500 euro in qualità di consigliere della società controllata Mediaset España. Sempre Confalonieri ha ottenuto benefit per 10 mila euro e stock option di competenza per il 2011 per un controvalore di 293 mila euro in base al fair value al momento della redazione del bilancio. Anche l’amministratore delegato di Mediaset Giuliano Andreani è in classifica con un totale di 3,49 milioni di euro. Anche in questo caso si arriva a questa somma conteggiando, oltre allo stipendio fisso, il patto di non concorrenza, i gettoni per le cariche in altre società del gruppo, più il valore delle stock option di competenza. Il vicepresidente Piersilvio Berlusconi ha ottenuto 1,7 milioni. La parte preponderante anche in questo caso è la componente fissa. Come già ricordato, per tutti i casi il confronto con lo scorso anno non può essere fatto in modo puntuale perché nei bilanci 2011 è stata introdotta più trasparenza in merito alla politica di remunerazione. La relazione sui compensi passa ai raggi X le forme di remunerazione di membri del cda e top manager. Vengono riportati emolumenti per la carica, compensi fissi e variabile e va anche calcolato il fair value di azioni gratuite e stock option di competenza dell’anno. Non solo; gli azionisti possono anche sapere se è prevista un’indennità di fine rapporto, a quanto ammonta e come viene calcolata (si veda rubrica a pagina 15). Oggi quindi le informazioni sono molto dettagliate. Per esempio, si scopre dal bilancio di Aeffe che Alberta Ferretti ha ottenuto dalla società 865 mila euro, compresi 300 mila euro di compensi da collaborazione stilistica. Nel caso di Campari uno degli amministratori delegati, Stefano Saccardi, ha una retribuzione totale di 2,8 milioni. In particolare, Saccardi ha compensi fissi per 488 milioni, tra retribuzione da lavoro dipendente e remunerazione della carica, cui si è aggiunto un bonus di 409 mila euro. Mentre il fair value dei compensi equity è di 1,9 milioni. L’altro ad di Campari, Bob Kunze-Concewitz, ha invece compensi fissi per 631 mila euro, bonus per 517 mila euro e azioni assegnate per 1,5 milioni. Il totale ammonta a 2,68 milioni. In base alla politica di remunerazione adottata in Campari il compenso variabile è pari al 100% della retribuzione fissa se vengono raggiunti gli obiettivi. Diversa la scelta fatta da Mediaset, dove la componente variabile a breve deve essere inferiore al 50% della componente fissa annua. In Generali ai membri del consiglio spetta lo 0,01% dell’utile consolidato con un limite massimo di 300 mila euro da ripartirsi in parti uguali tra tutti i consiglieri. (riproduzione riservata)