di Francesco Ninfole
Via libera finale di Bruxelles alle nuove regole sui derivati over-the-counter (otc), ovvero quelli che sono scambiati fuori dai mercati regolamentati e che sono considerati tra le principali fonti di rischio per il settore finanziario. Il Parlamento Ue ha dato ieri, con ampia maggioranza, l’ok definitivo al regolamento Emir (European markets and infrastructure regulation), che disciplinerà gli strumenti. Dal 2013 i derivati otc saranno scambiati su casse di compensazione: tra compratore e venditore, cioè, ci sarà sempre una controparte centrale, che sarà l’acquirente di tutti i contratti venduti e il venditore di tutti i contratti acquistati. Grazie a questo meccanismo sarà cancellato il rischio di controparte: il fallimento di un singolo operatore non potrà mettere in ginocchio l’intero sistema finanziario globale, come accaduto nei casi di Lehman Brothers e Aig. La nuova legislazione, che impone una maggiore standardizzazione dei contratti, è il risultato di un’iniziativa del G20 che nel meeting di Pittsburgh di settembre 2009 ha dato le prime indicazioni sui derivati otc. Lo scorso febbraio, dopo mesi di negoziazione, era stato raggiunto il primo accordo tra Consiglio e Parlamento Ue. Ora però si è accorciato il tempo a disposizione degli operatori per l’adeguamento delle misure. «C’è molto lavoro da fare», ha ammesso Sharon Bowles, presidente della commissione economica del Parlamento. Sono comunque previste alcune eccezioni alle norme generali in merito all’attività di fondi pensione e imprese: le aziende, in particolare, potranno non utilizzare casse di compensazione per derivati sotto una certa soglia e legate all’attività industriale (i dettagli saranno definiti dall’Esma). Il regolamento Emir precisa inoltre i requisiti che dovranno essere garantiti dalle controparti centrali. Su pressione del Parlamento, guidato da Martin Schulz, fra tre anni la Commissione dovrà presentare un’analisi sull’efficacia del pacchetto di norme, che potrebbe concludersi con la presentazione di modifiche legislative. Tornando al testo appena varato, è stato definito anche che tutti i derivati (non solo quelli otc) dovranno essere registrati presso centrali di dati («trade repositories »), in modo da aumentare la trasparenza in un settore che è stato finora lontano dalla supervisione dei regolatori, nonostante le enormi dimensioni raggiunte (soltanto i contratti otc hanno un valore nozionale superiore ai 700 mila miliardi di dollari). I dati raccolti dalle trade repositories saranno analizzati periodicamente dall’Esma. (riproduzione riservata)