L’industria dell’asset management potrebbe raccogliere mille miliardi di dollari dal riassetto delle assicurazioni. Nei prossimi cinque anni, sulla spinta di Solvency II, molte assicurazioni daranno il via all’outsourcing di risorse per ottemperare alla necessità di diversificare il portafoglio investendo su aree nelle quali le assicurazioni non hanno grande competenza. E’ quanto sostiene uno studio di Jp Morgan. Il trend a dare in gestione esterna asset da diversificare ha iniziato a prendere piede durante la crisi, quando gli asset più tradizionali non riuscivano a tenere testa al crollo delle borse. Oggi, di fronte a un mercato profondamente modificato, questa tendenza sta accelerando, tanto più che le assicurazioni sono state messe sotto pressione da una serie di disastri naturali. Ecco allora che non basta più investire in un bond a dieci anni, per ritenersi al sicuro. Sono nuove le aree di investimento più promettenti, proprio quelle con le quali gli assicuratori non hanno alcuna familiarità: il debito dei mercati emergenti, il mercato del credito privato, strategie “equity high yield” e tante altri asset nelle aree dalle quali le banche, in questa fase turbolenta, si sono ritirare. Una, per esempio, è l’area delle infrastrutture: i prestiti alle infrastrutture con il sistema del project finance, sostiene JpMorgan, può essere un asset dove le assicurazioni possono trovare un utile ruolo di apportatore di capitali. In cambio della promessa di ritorni sicuri.
(p. d. m.)
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