L’affare Fonsai diventa un duello di penna. Dopo la lettera appena inviata da Unipol per richiamare Premafin all’ordine intimandole di non prendere in considerazione altre offerte per il riassetto della galassia Ligresti, anche Palladio e Sator sfoderano una nuova missiva. Le due finanziarie, secondo quanto si apprende da fonti vicine alle trattative, avrebbero deciso di far pervenire sul tavolo di Fondiaria-Sai (forse già oggi), in qualità di soci con una quota complessiva di poco più dell’8% e in vista dell’assemblea di lunedì, una serie di domande puntuali che troverebbero il loro fulcro nell’operazione di fusione con Unipol. La compagnia bolognese, che proprio oggi riunirà il cda per l’approvazione del bilancio 2011, sta lavorando al matrimonio, benedetto da Mediobanca, con la compagnia dei Ligresti. La holding vicentina guidata da Roberto Meneguzzo e il private equity di Matteo Arpe, tuttavia, nei giorni scorsi, hanno presentato per il riassetto della galassia un progetto alternativo (le due finanziarie starebbero anche ultimando un piano industriale che potrebbe essere pronto a breve) che non prevede alcuna fusione di società. La sensazione è che Unipol stia cercando di chiudere in tempi stretti in modo da non lasciare spazi di manovra a Sator e Palladio, la cui offerta scade il 22 marzo. Andrebbe letta proprio in quest’ottica la missiva inviata a Premafin da Bologna. D’altro canto anche le banche, guidate da Mediobanca, starebbero cercando di chiudere in fretta l’accordo sulla ristrutturazione del debito da 368 milioni di Premafin, tassello indispensabile per la prosecuzione del piano Unipol. In questo senso, stando ad alcune indiscrezioni, gli istituti di credito potrebbero firmare le rispettive comfort letter entro il weekend. Nel frattempo, proseguono le riunioni dei board delle società dei Ligresti. Innanzi tutto, senbrano trovare riscontro (stando a una Radiocor di ieri sera) le indiscrezioni di ieri di F&M secondo cui il board di Premafin di venerdì non dovrebbe avere all’ordine del giorno né l’approvazione del bilancio 2011 né dovrebbe deliberare l’accordo sul debito con le banche. Il motivo è che l’impairment test sulla partecipazione in Fonsai che sta effettuando Price Waterhouse e che dovrebbe essere vidimato dal professore Maurizio Dallocchio richiede tempi lunghi. Il cda dovrebbe così limitarsi a «comunicazioni del presidente». Oggi, invece, dovrebbe riunirsi il cda di Fonsai mentre ieri lo ha fatto quello di Milano Assicurazioni (partecipata da Fondiaria con oltre il 60%), che per il 2011 ha approvato conti in perdita per 487,5 milioni, in calo dal rosso di 668,7 milioni del 2010.