Atene ce l’ha fatta. Ha evitato il default. E l’Europa intera può tirare un sospiro di sollievo. Ieri sera, alle 18, indiscrezioni riportate dal Financial Times riferivano di una poercentuale di adesioni allo swap vicine all’80 per cento. «Se tutto va bene domani (oggi, ndr) diremo ai Greci di aver tolto loro debiti per 105 miliardi di euro – ha dichiarato a caldo il ministro delle finanze ellenico, Evangelos Venizelos, al parlamento di Atene – Questa sera completeremo un processo storico». L’operazione infatti permetterà ad Atene di dimezzare il proprio indebitamento passando da 206 a 100 miliardi di euro e mettendo il Paese sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del rapporto debito/Pil al 120% entro il 2020. Intanto per Atene ieri è arrivata anche un’altra buona notizia: il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha comunicato di aver ripreso ad accettare titoli di Stato greci come garanzia nelle operazioni di finanziamento delle banche.Era dalla fine di febbraio che l’Eurotower aveva deciso di non accettare più i bond di Atene come collaterali nelle operazioni di credito. Ma ora, alla luce di passi fatti in avanti dalla Grecia, la Bce sembra voler dare un segnale di ritorno alla normalità. Un tassello positivo che potrebbe giocare a favore di Atene che oggi attende il via libera da parte dell’esborso agli aiuti da parte dell’Eurogruppo sulla base dei risultati dello swap. Intanto il Fondo Monetario Internazionale ha fatto sapere che si riunirà il prossimo 15 marzo per decidere il da farsi. «Chiaramente il Fondo ha sostanziale interesse che l’accordo venga raggiunto e che una serie di azioni preliminari siano completate» prima della riunione del board, ha aggiunto il direttore delle pubbliche relazioni del Fondo, Gerry Rice precisando che l’ammontare dei futuri finanziamenti verrà discusso e deciso nel prossimo consiglio di amministrazione. «Il Fondo spera che il nuovo piano greco funzioni anche a fronte dei progressi osservati nelle azioni delle autorità di Atene che ad esempio hanno approvato una significativa riforma del mercato del lavoro» ha aggiunto Rice. Quanto al possibile impatto delle prossime elezioni ad Atene sul programma di riforme, Rice ha reso noto che il Fondo ha ricevuto lettere dai rispettivi leader poltici sui loro impegno a mantenere gli accordi presi. Insomma, tutto sembra mttersi per il meglio. Sullo sfondo però restano le incertezze per coloro che hanno deciso di non aderire allo swap. Atene potrebbe decidere di far scattare le clausole di azione collettiva con cui obbligare tutti gli investitori all’applicazione delle regole «volontarie» dello swap. Ma su questi aspetti qualche indicazione arriverà a stretto giro.