La partita per la conquista di Fondiaria-Sai potrebbe spostarsi su un terreno legale. I prossimi due giorni saranno decisivi per comprendere i riposizionamenti delle due squadre in campo: da una parte, Unipol, spalleggiata da Mediobanca; dall’altra, Palladio e Sator. L’intenso carteggio in corso testimonia che nessuna delle due fazioni vuole chiamarsi fuori. Sebbene la scadenza dell’offerta di Palladio e Sator, alla mezzanotte di ieri, non sia stata prorogata (F&M è andato in stampa alle ore 22.00, quando la situazione appariva ancora fluida, ndr), nei giorni scorsi le due finanziarie hanno inviato una missiva al cda di Premafin, prospettando la possibilità di iniziative legali (si fa riferimento all’articolo 2.409 del codice civile, che discilipna il caso di «gravi irregolarità nella gestione della società»). La lettera è ora al vaglio degli avvocati della famiglia Ligresti. Sempre a proposito di missive, ieri Premafin, secondo indiscrezioni, avrebbe chiesto alle banche creditrici la «letter of agreement» sulla ristrutturazione del debito della holding prima del cda di marzo (dopo che lunedì non è stato raggiunto un accordo all’unanimità, indispensabile per procedere con l’operazione Unipol). Lo stesso board, nel frattempo, anche nell’ottica di concedere alle banche più tempo per dare l’ok definitivo alla ristrutturazione, sarebbe stato spostato dal 13 alla fine di marzo. Tra le motivazioni dello slittamento, c’è anche quella di permettere agli esperti di svolgere l’impairment test sulla quota in Fonsai. Una questione non semplice da chiarire visto che il 35,7% della compagnia che Premafin ha in mano è in carico a 7,4 euro per azione, mentre ieri in Borsa Fonsai ha chiuso a 1,309 euro (+2,67 per cento). Proprio sull’intenso carteggio ha commentato ieri Carlo Cimbri, ad di Unipol: «Mi sembra che negli ultimi tempi la vicenda Fonsai stia assumendo più contorni di interesse epistolar-letterario, per noi rimane industriale». Cimbri, in merito alla possibilità di una revisione dell’ammontare dell’aumento di capitale di Fonsai, ora fissato a 1,1 miliardi, ha affermato: «Ci adegueremo». Insomma, la compagnia bolognese non ha alcuna intenzione di fermarsi. Ma nemmeno la holding guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago e il private equity di Matteo Arpe. Non a caso Sator proprio oggi potrebbe riunire il primo cda di Arepo Pr, il veicolo con cui dovrebbe portare avanti la battaglia contro Unipol.