di Andrea Di Biase
Nuovo colpo di scena nella partita per il salvataggio di Fondiaria-Sai. Alla vigilia della scadenza dell’offerta presentata da Sator e Palladio, che diverrà inefficace nella giornata di domani (salvo eventuali proroghe), e mentre le banche creditrici sono ormai ad un passo dal finalizzare l’accordo messo a punto da Unipol per la ristrutturazione del debito di Premafin, proprio dal quartier generale della holding presieduta da Giulia Ligresti sarebbe stata inviata al cda di FonSai una lettera per chiedere agli amministratori della compagnia di valutare se esistano le condizioni per procedere a una ricapitalizzazione di minore entità rispetto a quella da 1,1 miliardi proposta nell’ambito del piano di integrazione con la compagnia bolognese.
Una mossa a sorpresa, quella di Premafin, che sarebbe stata presa, all’insaputa di Unipol, alla luce del fatto che dallo scorso 30 gennaio, quando il cda di FonSai ha indicato al 75% il margine di solvibilità della compagnia, il valore dei titoli di Stato italiani in portafoglio alla compagnia si è apprezzato (come dimostra l’andamento dello spread con il Bund).
Proprio il recupero di valore dei titoli di Stato, secondo Premafin, avrebbe avuto un impatto positivo sul margine di solvibilità di FonSai, come già accaduto per la controllata Milano Assicurazioni. L’ultima parola spetterà comunque al cda di Fondiaria-Sai, che potrebbe anche ritenere necessario, nonostante il miglioramento delle condizioni di mercato, procedere comunque all’aumento di capitale da 1,1 miliardi, come previsto nell’accordo siglato proprio il 30 gennaio tra Unipol e la stessa Premafin. La mossa della holding, che è stata anticipata ieri alle banche creditrici, e che non sembra destare particolari preoccupazioni in quegli istituti che più si sono spesi per l’opzione Unipol, potrebbe tuttavia creare qualche frizione tra i Ligresti e la compagnia bolognese. Anche alla luce della presenza dell’offerta concorrente da parte di Sator e Palladio. Se è vero infatti che la proposta di Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo scade domani, i due investitori hanno sempre la possibilità di prororgarne il termine, in modo da approfittare di eventuali imprevisti nel piano Unipol. I bolognesi sembrano comunque determinati ad andare avanti per la loro strada e a farsi trovare pronti per i cda di FonSai e della stessa Unipol del prossimo 15 marzo. Ieri, intanto, sul fronte della ristrutturazione del debito di Premafin, Banca Leonardo, che assiste la holding, avrebbe inviato ai sette istituti creditori coordinati dalla banca agente Unicredit una bozza di accordo redatta sulla base delle indicazioni emerse nel corso della riunione di lunedì. Tale bozza, che rappresenta un primo punto d’intesa, ma che dovrà essere ancora limata in alcuni aspetti, dovrebbe costituire la base del documento (highly confidencial letter) che le banche dovranno sottoporre ai propri organi deliberanti e sulla quale si dovrà pronunciare il cda di Premafin il 16 marzo. Nonostante le dichiarazioni pubbliche dei vertici di alcune delle banche creditrici (Unicredit, Mediobanca, Banco Popolare) a favore della soluzione Unipol, sul mercato continuano a circolare rumor sull’intenzione di alcuni istituti del pool di procedere comunque a una verifica dell’offerta promossa da Sator e Palladio. Sembra però che lo studio legale che assiste il pool nella trattativa con Premafin abbia sconsigliato alle banche di allacciare contatti con i due investitori, lasciando la responsabilità al cda della holding. Sulla vicenda si registra intanto un’interrogazione a risposta scritta al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, presentata da Antonio Luongo del Pd, in cui vengono ricostruiti alcuni passaggi della vicenda stigmatizzando in particolare l’attività di vigilanza svolta dall’Isvap. Luongo ha sollecitato Passera a prendere in considerazione l’ipotesi di rimozione o sospensione dalla carica di Giannini. (riproduzione riservata)