di Andrea Montanari
Mentre Premafin, con una decisione un po’ pilatesca, non si esprime sull’offerta promossa da Sator e Palladio Finanziaria, le cooperative che attraverso Finsoe controllano Unipol mettono a punto le munizioni per aderire all’aumento di capitale da 1,1 miliardi della compagnia finalizzato all’aggregazione con Fondiaria- Sai e Milano Assicurazioni. Un’aggregazione che passa dalla fusione a quattro alla quale stanno lavorando gli advisor in vista della scadenza della due diligence fissata per il 15 marzo. Perché l’obiettivo del gruppo bolognese guidato dall’amministratore delegato Carlo Cimbri è chiudere il deal entro la fine dell’anno. La volontà di concludere celermente il merger è stata ribadita ieri da Marco Pedroni, presidente di Finsoe e della Coop Consumatori Nordest. «Le cooperative di consumatori presenti in Finsoe hanno spalle sufficientemente robuste per fare la loro parte», ha dichiarato in un’intervista a Consumatori, la rivista delle Coop. Tra le 41 cooperative azioniste «c’è stata una discussione intensa e ricca con, ovviamente, valutazioni anche diverse che alla fine ha portato a un’ampia condivisione del progetto», precisa Pedroni per il quale «l’investimento aggiuntivo che dobbiamo sostenere, su un’operazione che complessivamente si aggirerà sui 2 miliardi, è dell’ordine di 300 milioni». Ma non è da escludere che per garantirsi il controllo dell’ipotizzato maxipolo le coop alzino la posta fino a 450-500 milioni per mantenere una partecipazione almeno uguale a quella attuale in Unipol, il 31,4% del capitale totale e il 50,7% dell’ordinario. Per rispettare i tempi del progetto, Finsoe convocherà il cda e l’assemblea per la sua ricapitalizzazione a ridosso degli appuntamenti che attendono il gruppo guidato da Cimbri, in programma giovedì 15 e lunedì 19 marzo e che avvieranno l’aumento da 1,1 miliardi. Tornando a Premafin, ieri il consiglio durato più di sei ore e nel quale si è parlato anche del rifinanziamento bancario, «ha convenuto di non essere in grado di assumere, allo stato, alcuna deliberazione in merito» all’offerta Sator-Palladio e ha dato mandato a Maurizio Dallocchio, storico consulente dei Ligresti, per supportare la società e i consiglieri indipendenti «nella valutazione della congruità dei rapporti di concambio della prospettata fusione» con Unipol, «in relazione al prezzo di emissione del deliberando aumento di Premafin». Holding che non decidendo ha di fatto bocciato le avances di Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo in virtù «della clausola di esclusiva contenuta nell’accordo stipulato il 29 gennaio con Unipol per la quale si è impegnata a non negoziare a o dare corso a operazione incompatibili». Ma c’è un altro fattore che ha impedito di prendere una posizione chiara: «Il tenore delle comunicazioni ricevute da taluni creditori (Mediobanca e Unicredit) in merito all’interesse a negoziare l’esposizione creditizia e a dare il consenso all’operazione» Sator-Palladio. In pratica, siccome le banche sono contrarie all’offerta Sator-Palladio si va nella direzione della maxifusione con Bologna. Ieri, infine, il Tribunale d’appello di Milano ha emesso una sentenza favorevole a FondiariaSai nella causa intentata dall’ex presidente Alberto Pecci per la mancata opa al momento della fusione tra la compagnia fiorentina e Sai nel 2002. (riproduzione riservata)