Modifiche in vista per il piano su Fondiaria-Sai disegnato da Unipol. Fonti vicine alla compagnia bolognese ribadiscono che l’intenzione è di proseguire con il progetto così come è stato messo a punto con Mediobanca. Ma non ci sarebbe di che stupirsi se qualche aspetto del disegno fosse rivisto, soprattutto dopo la presentazione settimana scorsa del piano alternativo del duo Palladio-Sator. 
Una parte del mondo finanziario non esclude che Unipol decida di saltare il passaggio del matrimonio tra Premafin e Fonsai. A ben vedere, se così fosse, il fardello del debito della cassaforte quotata della famiglia Ligresti eviterebbe di gravare sul nuovo gruppo assicurativo. Un trasferimento di debito spesso criticato nei giorni scorsi e non previsto dal piano di Palladio e Sator, che per l’appunto non contempla alcuna integrazione tra la holding e la compagnia assicurativa controllata al 36% (in pegno alle banche). Se anche Unipol, dunque, stesse pensando di non celebrare il matrimonio tra Premafin e Fonsai, ci sarebbero da convincere in primo luogo le banche. Gli istituti di credito, proprio ieri, si sarebbero riuniti con Premafin e l’advisor Leonardo & Co. per discutere della possibilità di agganciare a un prestito convertendo a tre anni 150 milioni del debito complessivo di 322. Le banche, che sembra puntassero a un ammontare inferiore per il convertendo, ora hanno tempo fino a martedì per accettare o meno. La conversione dovrebbe essere in linea e la restante parte del debito, invece, sarebbe ristrutturata. 
Nel caso in cui dovesse verificarsi la doppia eventualità di mancate nozze e di conversione in azioni attuale o futura di parte del debito Premafin, gli istituti di credito si potrebbero ripagare soltanto attraverso gli eventuali dividendi distribuiti dal nuovo gruppo assicurativo. Viceversa, in base al progetto originario, le banche avrebbero potuto diventare socie dirette della grande Unipol, potendo beneficiare dei flussi di cassa della compagnia. Insomma, se davvero la compagnia bolognese sta meditando di non procedere con l’integrazione Premafin-Fonsai, si potrebbe verificare qualche ulteriore tensione con il mondo delle banche, che già nei giorni scorsi aveva fatto resistenza all’ipotesi di conversione di parte del debito. A questo punto, se dovessero essere verificate le voci delle mancate nozze, si tratta di comprendere se l’ipotetica conversione sarà in azioni Premafin o Fonsai. Se Unipol avesse effettivamente deciso di mettere le mani al piano inizialmente concepito per Fonsai, sarebbero però numerosi gli ulteriori aspetti da chiarire. Uno di questi riguarda le penali legate al piano della compagnia bolognese: in caso di modifiche, potrebbero decadere, anche se su tale argomento non c’è unione di vedute. 
Nel frattempo, ieri, l’amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, ha incontrato sia la famiglia Ligresti sia l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel. Dopo l’incontro con i Ligresti, Cimbri si è detto «fiducioso» che il piano possa andare in porto. Così come è stato architettato o con qualche modifica? In attesa di comprenderlo, dalla relazione del cda Unipol redatta in vista dell’assemblea del 19 marzo (chiamata a varare l’aumento di capitale fino a 1,1 miliardi propedeutico alla nascita del nuovo polo assicurativo) è emersa per il 2011 una raccolta premi in crescita rispetto al 2010, quando era stata di 6,5 miliardi a perimetro omogeneo. Nei rami danni, le politiche di assunzione dei rischi sono rimaste «severamente selettive», cosa che ha determinato, per la capogruppo Unipol assicurazioni, una raccolta premi «sostanzialmente in linea» con i 3,7 miliardi dell’esercizio precedente. Dal medesimo documento, si apprende che ammontano a 33 milioni le spese connesse alla ricapitalizzazione di Unipol, al netto dell’effetto fiscale (34,32%). 
Intanto, giovedì potrebbe riunirsi il cda di Premafin, chiamato a esaminare il piano alternativo di Sator e Palladio. Ieri a Piazza Affari Unipol ha guadagnato lo 0,88%, Premafin ha realizzato un balzo a doppia cifra dell’11,72%, mentre Fonsai si è limitata a un progresso dello 0,53%.