Il formidabile rimbalzo del titolo Milano Assicurazioni, che al di là del boom di ieri (+24% e +18% la rnc) ha recuperato quasi il 40% del valore dall’inizio di febbraio (tornando anche al di sopra del prezzo a cui è avvenuto l’aumento di capitale della scorsa estate), ha il pregio di far emergere una stortura latente sottesa all’intera operazione di fusione con Unipol, su cui è bene che gli organi che vigilano sul mercato prendano posizione al momento opportuno. Venerdì 17 Banca Akros ha alzato il target price sul titolo da 0,3 a 0,4 euro dopo averla definita «cheap», economica, sia in termini assoluti che relativi, ipotizzando che Fondiaria Sai ora potrebbe decidersi a cedere la controllata dopo aver proceduto al proprio (di FonSai) secondo aumento di capitale nel giro di sei mesi. Gli analisti sono arrivati anche a indicare un prezzo di cessione minimo di 0,6 euro per azione, peraltro ben superiore al prezzo obiettivo da loro stessi fissato (oltre che doppio rispetto all’attuale di mercato). Che all’interno del gruppo Ligresti quello della Milano Assicurazioni sia il pezzo migliore, con un indicatore di solvibilità robusto a differenza di quello assai deteriorato di FonSai, non è una novità. A spiegare questa sottovalutazione tutta borsistica, molto semplicemente è la costruzione dell’operazione Unipol-FonSai, concepita per trovare un equilibrio capace di rendere più agevole il salvataggio del gruppo Fondiaria ma a scapito della Milano stessa. Un processo alle intenzioni? Sarà, ma gli investitori hanno ragionato così. E se qualcosa è intervenuto nel frattempo a modificare la situazione è stato l’ingresso in campo di Palladio e Sator, che hanno dato la netta sensazione di rendere più impervia la strada che porta all’integrazione con Unipol. Così ora, ma solo ora, alcuni analisti cominciano a consigliare di puntare sulla Milano, finora snobbata in borsa, per scommettere su un suo break-up (è noto che alcuni suoi asset piacciono a più di un concorrente), confidando anche nel fatto: 1) che nel suo caso non ci sono rischi di nuovi aumenti di capitale (già il precedente era stato contestato dai soci di minoranza, non senza qualche ragione); e 2) che il rischio di un concambio sfavorevole con FonSai in caso di fusione con Unipol svanirebbe in caso in cui quest’operazione finisca per essere bloccata. Ed è questo l’aspetto su cui sarà bene che la Consob ponga la sua attenzione. Ossia il fatto il mercato abbia preso finora maledettamente sul serio (e non è escluso torni a farlo in futuro) il rischio di un abuso ai danni della Milano in sede di concambio, magari approfittando proprio dei prezzi tenuti bassi negli ultimi mesi appunto da questo diffuso e per certi aspetti conclamato timore. Ma ha senso, viene da chiedersi, prendere in considerazione i prezzi di borsa dei titoli per fissare un concambio in situazioni del genere?

UNIPOL SOTTOVALUTATA (PER COLPA DI FONSAI) ??

A completare il ragionamento sulla vicenda Unipol-FonSai, sempre Banca Akros ha proceduto anche a elevare il rating delle azioni ordinarie Unipol a hold e quello dei titoli privilegiati a buy. Anche in questo caso la base di partenza del rimbalzo (ieri molto evidente) è una scommessa sul possibile stop all’aggregazione con FonSai dopo le mosse di Sator e Palladio. Gli analisti segnalano che i rischi per la compagnia bolognese dipendono dal fatto che Unipol potrebbe decidere comunque di lanciare un aumento di capitale a causa di possibili perdite inattese nel quarto trimestre. D’altro lato gli analisti precisano anche che il titolo Unipol ai prezzi attuali tratterebbe a meno del suo valore di liquidazione. Da preferire, a loro giudizio, le azioni privilegiate visto il loro vantaggio nella distribuzione della cedola. Che peraltro l’anno scorso non è stata distribuita e quest’anno chissà.