Lo sboom del mattone di Madrid continua a farsi sentire nei conti dei colossi del credito iberico, anche di quelli il cui business è nettamente focalizzato sulle attività internazionali. E ieri il Banco Santander ha presentato risultati segnati dal crollo degli utili del quarto trimestre e da una comunque decisa frenata anche in quelli dell’intero esercizio. Nel dettaglio, la banca spagnola ha registrato negli ultimi tre mesi dello scorso esercizio profitti in calo del 98% da 2,10 miliardi di euro ad appena 47 milioni e a fronte di attese medie degli analisti interpellati da Bloomberg per 1,78 miliardi. La sorpresa è arrivata da aggravi per 1,81 miliardi di euro legati al portafoglio immobiliare in patria ma anche da 600 milioni di svalutazioni volontarie nella divisione del Portogallo, Paese come la Spagna finito nel calderone dei Pigs (o Piigs, se si vuole comprendere anche l’Italia, oltre a Grecia e Irlanda). Complessivamente gli accantonamenti del Santander sono stati, per il quarto trimestre, di 3,18 miliardi, se si considerano anche le svalutazioni del portafoglio degli investimenti, l’ammortamento degli intangibili e i contributi previdenziali. Un buco colossale che ha contribuito al crollo del 35% degli utili dell’intero esercizio, scesi a 5,35 miliardi di euro. Va considerato anche che i costi sono cresciuti del 9,9% bilanciando in negativo uno dei pochi dati positivi per il Santander, le entrate nette da interessi, aumentate nell’ultimo periodo a un tasso decisamente superiore rispetto ai precedenti trimestri, assestandosi a 7,97 miliardi di euro, contro i 7,72 miliardi previsti dagli analisti.
Se di per sé quarto trimestre ed esercizio 2011 non hanno portato novità di rilievo (il Santander cresce all’estero e soffre soprattutto nella penisola iberica), c’è comunque un cambiamento storico: per la prima volta, infatti, l’istituto spagnolo ha guadagnato più in America Latina che nel resto del mondo (circa il 51% del totale).
La reazione sul listino non è stata particolarmente dura e il Santander, che ha annunciato nuovi investimenti ieri in Brasile, arrivava a guadagnare anche il 2% nella seduta (dopo aver toccato una flessione massima dello 0,37%), anche se la performance era in linea con il generalizzato rimbalzo dei bancari in Europa.