Il Tesoro ha venduto tutti gli 11 miliardi di euro programmati di Bot (8 miliardi con scadenza 31 luglio 2012 e 3 miliardi e con scadenza 27 dicembre 2012) con una domanda per oltre 15 miliardi e una bella sorpresa sui rendimenti: il tasso medio dei semestrali nell’asta di venerdì 27 gennaio è in calo all’1,969% dal 3,251% dello scorso 28 dicembre. È la prima volta dal giugno scorso, quando era all’1,998%, che il rendimento scendeva sotto il 2%, mentre per trovare un tasso inferiore bisogna tornare a maggio 2011, quando era 1,664 per cento. Dati positivi, anche perché la brutta notizia arriva a mercati chiusi: Fitch ha declassato l’Italia ad «A-» da «A+».
In riapertura, il Tesoro sempre venerdì ha anche collocato 1,125 miliardi aggiuntivi del nuovo Ctz gennaio 2014 in asta venerdì. Si tratta dell’intera cifra offerta (trattandosi di un nuovo titolo, pari al 25% dell’importo massimo dell’emissione) a fronte di richieste per 2,07 miliardi. L’importo complessivo in circolazione del nuovo miliardi sale così a 5,625 miliardi. Il Tesoro ha, inoltre, assegnato 50 milioni aggiuntivi del Btp indicizzato settembre 2014 collocato l’altro ieri, su una domanda complessiva in riapertura di 101 milioni. Lo spread tra il Bund tedesco e il Btp decennale è andato in altalena: sotto i 400 punti base per la prima volta dal 7 dicembre scorso verso mezzogiorno, in discesa rispetto a un’apertura sopra 420, nel pomeriggio ha ricominciato a salire. Il differenziale ha chiuso a 404, in netto calo sulla chiusura di giovedì 26 (418 punti). «C’è un’inversione di tendenza – ha dichiarato il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini – Noi abbiamo sempre sostenuto che l’Italia è un Paese con dei fondamentali solidi. Certo, lo spread intorno a 400 rende ancora critica la situazione. Sicuramente una riduzione di ulteriore 200 punti rasserenerebbe le prospettive anche se il 2012, come evidenzia la stima di Bankitalia, resta comunque un anno complesso».
In base a dati della Bce, le banche con i titoli di Stato ci stanno guadagnando. In dicembre gli istituti italiani hanno registrato un aumento del valore del loro portafogli di 4,2 miliardi rispetto al mese precedente, portando il totale a 251,6 miliardi. Invece il flusso di titoli di Stato è sceso di 2,3 miliardi, segno che le banche hanno registrato più vendite che acquisti. Le banche tedesche e francesi hanno ridotto di quasi il 4% le loro posizioni in titoli di Stato in dicembre, rispettivamente a 294,8 miliardi e a 215,4 miliardi. Le banche spagnole hanno aumentato le loro posizioni in titoli di Stato di 27 miliardi in dicembre, portando l’ammontare a 204,3 miliardi. I prossimi dati, relativi al mese di gennaio, saranno resi noti il 27 febbraio.