Tra le priorità del ministero del Welfare c’è anche l’esigenza di rendere consapevoli i lavoratori sulla necessità di integrare la pensione. Ecco come 

di Carlo Giuro

 

È indispensabile elevare il livello di consapevolezza sulla problematica previdenziale. È la dichiarazione d’intenti contenuta nella manovra salva-Italia che inserisce la volontà di avviare programmi di educazione previdenziale, coerentemente anche con quelle che sono le linee guida dell’Ocse. L’urgenza si accentua in virtù dello scarso livello di conoscenza finanziaria e specificamente previdenziale nel nostro Paese. Ma c’è un altro profilo, non meno importante, che la comunicazione agli aderenti e ai potenziali aderenti degli strumenti previdenziali.

È peraltro uno dei temi su cui si sofferma in maniera molto dettagliata in ambito comunitario la Direttiva Iorp in revisione da parte della Commissione Ue nel documento indirizzato all’Eiopa e la cui pubblica consultazione si è conclusa lo scorso 2 gennaio. Quale è la situazione esistente e come potrebbe evolversi proprio in un’ottica comunitaria?

Prima dell’adesione. Per la Covip le forme pensionistiche complementari devono provvedere a fornire un’informativa dettagliata e di facile comprensione ai potenziali aderenti. Tra i documenti da fornire ci sono il regolamento e la nota informativa che si articola in una scheda sintetica in cui si presenta il fondo pensione/pip con la specifica delle caratteristiche e la presentazione dell’indicatore sintetico di costo, nelle informazioni sull’andamento della gestione, in un glossario e nella indicazione dei soggetti coinvolti nell’attività della forma pensionistica complementare. A corredo dell’informativa in fase di adesione vi è poi il progetto esemplificativo standardizzato, una sorta di bussola previdenziale. La finalità è quella di fornire una stima dell’evoluzione futura della posizione individuale e dell’importo della prestazione pensionistica attesa, così da consentire al risparmiatore di valutare la rispondenza delle possibili scelte alternative rispetto agli obiettivi di copertura pensionistica che vuole conseguire. È elaborato su i tipologie standard di lavoratori (30enni, 40enni o 50enni, con diversi livelli di contribuzione annua pari a 1.500, 2.500 e 5 mila euro) con la assunzione che il rendimento obbligazionario sia pari al 2% annuo mentre l’azionario ammonti al 4% annuo in termini reali e al netto della tassazione

 

Informativa periodica. Poi deve essere fornita annualmente, entro il 31 marzo, una puntuale informativa periodica. Come sottolinea la Covip «è importante che l’aderente verifichi periodicamente che le caratteristiche della linea di investimento a cui è iscritto corrispondano alle proprie esigenze previdenziali. In tale verifica egli deve tenere conto dell’età, del reddito, del bilancio familiare, degli obiettivi previdenziali, della personale propensione al rischio e di eventuali altre forme di risparmio personale».

I dati dell’aderente vengono sviluppati nella «Posizione individuale maturata» in cui si dà in primo luogo conto della composizione e del valore della posizione individuale maturata alla fine dell’anno di riferimento, si opera il confronto con quanto risultante alla fine dell’anno precedente, e viene fornito il dettaglio delle operazioni effettuate in corso d’anno.

Seguono le informazioni relative alla linea di investimento scelta: il rendimento conseguito, la spiegazione dell’andamento della gestione nell’anno, la serie dei rendimenti degli ultimi 3, 5 e 10 anni rapportati ai relativi benchmark.

La prospettiva comunitaria. Le innovazioni nella nuova Direttiva Iorp che dovrebbe essere emanata in primavera riguardano esclusivamente le forme a contribuzione definita (cioè tutti i fondi pensione istituiti dal 1993 in Italia). Si distingue la informativa preadesione da quella periodica . Per quel che riguarda la informativa ex ante la direttrice di marcia sembra essere quella quello di prevedere l’adozione di un simil KIID (Key Investment Information Document previsto dalla Direttiva Ucits IV per i fondi comuni), riveduto e corretto per i fondi pensione.

Durante la vita previdenziale si prevede una informativa periodica con un collegamento, ove e se possibile, tra prestazioni della previdenza obbligatoria e quelle della previdenza integrativa. In questo caso l’Italia sembra già essere adeguata all’Europa. (riproduzione riservata)