C’è molta cautela nel mondo delle Coop, azioniste di Unipol tramite Finsoe, assai prudenti nell’esprimersi in merito all’operazione Unipol-Fonsai.
Una prudenza dettata più che altro dalla fase ancora iniziale in cui si trova il progetto, una lettera di intenti non vincolante, e non da dubbi reali sulla validità dell’operazione, che anzi sembra incontrare un sostanziale gradimento. Questo almeno è quello che traspare dalle parole di una fonte vicina alle cooperative, sentita ieri dall’agenzia MF-Dowjones, e dalle parole del presidente del consiglio di gestione di Coop Italia, Vincenzo Tassinari. Quest’ultimo, a margine di un convegno organizzato da Bologna Fiere, si è limitato a dire che «dobbiamo ancora riunirci per decidere. Valuteremo dopo che ci sarà stato illustrato il piano dell’operazione». Rilevando poi che bisogna aspettare anche le autorizzazioni degli organi di controllo. Le Coop, ha spiegato invece la fonte di MF-Dowjones, decideranno sull’aumento di capitale che il gruppo di Bologna dovrà affrontare per l’aggregazione con Fonsai solo dopo che sarà illustrata loro sia l’operazione sia il piano industriale. «Non si tratta solo di fare un aumento di capitale, in quanto Fonsai non è solo business assicurativo. Si tratta di valutare l’insieme». Per Unipol si parla di un aumento che potrebbe arrivare a un miliardo di euro, che Finsoe dovrebbe accollarsi per la metà: «Intanto se ne parla, poi si tratterà di vedere chi tra i soci metterà cosa e quanto».
L’incontro decisivo tra le Coop ci sarà probabilmente dopo l’arrivo delle autorizzazioni da parte degli organi di controllo ma è verosimile che i contatti tra i soci di Finsoe eUnipol per spiegare l’operazione siano già in corso. Tanta cautela sembra anche dettata dalla delicatezza della situazione: le Cooperative tornano protagoniste della finanza dopo l’avventura, conclusasi in maniera infelice, del tentativo di scalata diUnipol a Bnl nell’epoca Consorte. Ora l’obiettivo è creare il secondo polo assicurativo italiano ed è normale che si tenda a mantenere un profilo basso per un progetto alquanto sfidante.
Sulla questione ieri si è espresso anche l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, che rispondendo a chi gli chiedeva se Piazza Cordusio resterà azionista del nuovo polo assicurativo ha detto che nessuna decisione è stata ancora presa al riguardo: «Lasciamoli lavorare, ora c’è il periodo di due diligence. Vedremo quali saranno le conclusioni». Dove invece un orientamento è già stato espresso e in maniera assai netta è a Piazza Affari, dove i titoli Unipol ieri hanno perso un altro 5,3% a 0,172 euro nel caso delle ordinarie e il 5,6% a 0,1132 euro nel caso delle privilegiate. Per entrambi nelle ultime due settimane, da quando si sono meglio delineati i contorni dell’operazione, la flessione è stata circa del 36%. (riproduzione riservata)