Colmare il gap discriminatorio tra i sessi anche nel settore dei premi assicurativi. Questo l’obiettivo della Commissione europea, che in settimana ha adottato delle linee strategiche per aiutare il settore delle assicurazioni ad applicare tariffe unisex, a seguito della sentenza della Corte di giustizia Ue secondo cui le differenze nel calcolo dei premi tra uomini e donne costituiscono una discriminazione fondata sul sesso.
La sentenza risale allo scorso 1° marzo, e la causa è la Test-Achats.
Le linee direttrici forniscono inoltre esempi di politiche assicurative basate sul genere, ritenute compatibili con il principio dei premi e delle prestazioni unisex e che quindi non subiranno modifiche a seguito della sentenza Test-Achats. Tali pratiche sono estremamente variegate, e vanno dal calcolo delle riserve tecniche ai costi delle riassicurazioni, fino alle dichiarazioni dello stato di salute o al marketing mirato.
Di fatto, però, la sentenza Test-Achats non significa che per l’assicurazione auto le donne pagheranno sempre gli stessi premi degli uomini. Oggi un giovane automobilista prudente paga un premio più elevato per l’assicurazione auto, solo per il fatto di essere uomo.
A seguito della sentenza, gli assicuratori non potranno più utilizzare il genere come fattore determinante per la valutazione del rischio per giustificare la differenza nei premi individuali, ma i premi pagati dagli automobilisti prudenti (donne e uomini) continueranno a diminuire in funzione del comportamento del singolo al volante. La sentenza, infatti, non incide sulla possibilità di avvalersi di altri fattori legittimi di determinazione del rischio e le tariffe continueranno a riflettere il livello di rischio. Il genere è un fattore determinante per la valutazione del rischio per almeno tre grandi categorie di prodotti: le assicurazioni sugli autoveicoli, quelle sulla vita e le assicurazioni mediche private.