Funziona «a contatore» il plafond agevolativo per la deduzione dei contributi versati alla previdenza integrativa da parte dei giovani di prima occupazione successiva al 1° gennaio 2007. In particolare, il plafond è liberamente utilizzabile fino a completo esaurimento, in ogni anno, nel solo rispetto del limite di 2.582,29 euro. Lo precisa, tra l’altro, l’Agenzia delle entrate nella risoluzione n. 131 diffusa ieri con chiarimenti a ridosso del primo appuntamento con la novità, fissata all’anno prossimo.
Incentivo per i giovani. I chiarimenti riguardano una delle novità della riforma della previdenza integrativa in vigore dal 1° gennaio 2007 (dlgs n. 252/2005). Si tratta, in particolare, della possibilità riconosciuta ai lavoratori di prima occupazione successiva alla predetta data di dedurre dal reddito i contributi pagati alla previdenza integrativa oltre il limite (di legge) fissato a 5.164,57 euro per un importo non superiore a 2.582,29 euro annui, nei 20 anni successivi al quinto di partecipazione a forme pensionistiche complementari (cioè dal 26° anno in poi). La maggiore deduzione è possibile per un plafond costituito dalla differenza (se positiva) tra l’importo di euro 25.822,85 (ossia cinque volte il limite di deducibilità, pari a 5.164,57 euro) e l’importo dei contributi effettivamente versati nei primi cinque anni di partecipazione alla previdenza integrativa. Poiché la misura è operativa dal 1° gennaio 2007, i primi cinque anni scadono il 31 dicembre 2011 e dall’anno 2012 è possibile per la prima volta mettere in pratica l’incentivo. La risoluzione n. 131/2011 dell’Agenzia delle entrate spiega appunto come applicare la maggiore deduzione.
I chiarimenti. In tabella è indicato un esempio di costituzione del plafond incentivante la deduzione contributiva. In pratica, anno dopo anno il plafond si costituisce e incrementa come sommatoria delle differenze (annuali) tra i contributi versati e il limite massimo di deducibilità (euro 5.164,57). Successivamente al quinto anno, a plafond costituito (nell’esempio pari a 10 mila euro), il lavoratore può cominciare a usufruire dell’agevolazione che, in sostanza, è rappresentata dalla possibilità di dedurre una quota di contributi (destinati alla previdenza integrativa) superiore al limite di legge, ossia oltre 5.164,57 e fino a 7.746,86 euro (poiché vale l’altro limite annuale, fissato dalla legge, pari a euro 2.582,29). La fruizione del plafond, spiega l’Agenzia, è possibile nei 20 anni successivi ai primi cinque di contribuzione, mediante un utilizzo libero, fino a completo esaurimento, senza necessità di ripartire (il plafond) in quote costanti e senza conseguenze in caso di mancato utilizzo per un dato anno. Per esempio, se il lavoratore nell’anno 2012 (primo anno di fruizione del plafond) effettua un versamento di 6 mila euro per contributi alla previdenza integrativa, egli potrà dedurre dal proprio reddito complessivo i contributi per l’intero ammontare in quanto, seppure eccedenti il limite annuo di euro 5.164,57, non oltrepassano il massimo di 7.746,86 euro. In tal caso risulterà che il lavoratore ha utilizzato il plafond per euro 835,43 (euro 6.000 meno euro 5.164,57) e che dispone ancora di euro 9.164,57 di plafond da utilizzare entro l’anno 2031.