Alberto Nosari
Il gruppo milanese controllato dalle Assicurazioni Generali archivia anche il mese di novembre con una dinamica positiva. La raccolta netta dei primi undici mesi sale così a 1,082 miliardi creando le condizioni per poter varcare entro fine anno la soglia degli 1,2 miliardi. Il conto economico dell’ultimo trimestre dovrebbe confermare, migliorandolo, il trend dei primi nove mesi lasciando intravedere la tenuta degli utili e un dividendo di soddisfazione, pur in presenza della forte contrazione delle commissioni di performance. Positiva anche la “visione” sul 2012, che dovrebbe riproporre una raccolta netta superiore al miliardo con utili sempre più indipendenti dai mercati finanziari grazie alla crescita dei proventi ricorrenti.Milano
Banca Generali si mantiene il prossimità degli otto euro dopo aver toccato gli 8,055 euro martedì 6 dicembre, al termine del recupero scattato giovedì primo dicembre; quattro giorni nel corso dei quali il titolo ha recuperato oltre il 12% per poi perdere oltre il 3% a quota 7,8 euro martedì 7 dicembre. Contrazione a cui ha fatto seguito il recupero dell’1,22% ad oltre 7,9 euro nelle prime ore di aperture di giovedì 8 dicembre.
Un saliscendi connesso in modo pressoché totale all’andamento generale dei mercati, a loro volta soggetti più ai “rumors” sulle variabili macro che a dati “oggettivi” delle singole aziende, che per Banca Generali sono stati decisamente positivi considerando l’andamento della raccolta netta (vedere servizi in pagina).
E i dati attuali consolidano l’andamento che ha caratterizzato gli ultimi cinque mesi. Un periodo nel corso del quale ha sovraperformato, segnando però nel contempo i minimi dell’anno a 6,26 euro il 12 settembre dopo aver toccato 6,27 euro il 19 agosto e i 6,8 euro il 4 ottobre, mentre martedì 6 dicembre ha varcato quota otto euro come sopra ricordato.
Il tutto in presenza di una volatilità elevata, ma decisamente inferiore ad altri titoli più esposti alla congiuntura, ai rating e alle alternanti voci sugli interventi delle autorità e dei Governi; quelle voci “alimentate” ma che alimentano quella speculazione che si abbatte troppo spesso senza nessuna barriera sui mercati finanziari del globo terrestre.
Il titolo ha comunque sovraperformato poiché le quotazioni attuali risultano un multiplo rispetto al minimo storico di 2,05 euro segnato il 9 marzo del 2009 al termine della brusca contrazione innestatasi a seguito della crisi dei mutui subprimi americani del 2007; una crisi che ha dato corpo a quello tsunami che ha sconvolto i mercati finanziari di tutto il globo terrestre e i cui effetti sono tuttora presenti su molti mercati, quali quelli europei e italiani. Banca Generali ha in sostanza subito una contrazione del 33% sul massimo di 11,97 euro del 30 gennaio 2007, ma ha recuperato una parte importante di quell’83% perso nel biennio 20072009, mentre molti altri titoli, fra cui le banche, hanno subito ulteriori contrazioni segnando nuovi minimi storici.
Il titolo della società controllata dalle Assicurazioni Generali, il colosso triestino delle polizze, si conferma quindi una fra le migliori opzioni presenti sul mercato in quanto, come sottolineano con orgoglio al quartier generale dell’istituto, «è l’unica società italiana del settore finanziario con un total return positivo dal fallimento di Lehman Brothers a oggi considerando che dal 15 agosto del 2008 ha cumulato una performance del 75% mentre tutti gli altri si collocano in territorio negativo». Classifica riproposta anche fra gli asset gatherers e asset managers internazionali a testimonianza dell’apprezzamento dei mercati.
Performance considerata comunque deludente e penalizzante per una società che, come sottolineano in coro gli analisti, «è riuscita a tenere sotto controllo i costi, considerati a livello di eccellenza europea per il settore, e registrare sempre e costantemente una crescita della raccolta netta accanto a una gestione prudente degli asset accompagnati a una struttura patrimoniale decisamente solida». Fondamentali considerati eccellenti, anche se insufficienti a contrastare l’onda di un mercato tutto focalizzato sulle variabili macro.
Variabili tutt’altro che rassicuranti poiché il timore di un ingresso nella recessione si fa più concreto e si accompagna al permanere delle criticità sul merito di credito di molti Paesi dell’area euro, fra i quali quell’Italia che nelle aste passate ha visto il tasso di interesse sui titoli del debito collocarsi più volte in prossimità dell’8% anche per durate contenute al biennio.
Uno scenario che comunque non dovrebbe avere conseguenze sui fondamentali di una banca che può “ha rafforzato i ricavi ricorrenti” e può fare leva su un modello di business che dovrebbe “garantirle” la crescita della raccolta netta (vedere servizi in pagina). Ed è anche per questo che degli 11 analisti che seguono il titolo ben otto ne raccomandano l’acquisto e solo uno suggerisce di alleggerire le posizioni.