Per i giovani il problema del lavoro è più importante di quello della previdenza. La difficoltà di accesso al mercato del lavoro e la precarietà rischiano in futuro di causare pensioni povere. Ma qualcosa inizia a muoversi. Una maggiore equità per dare prospettive alle nuove generazioni è nell’agenda del ministro del Welfare Elsa Fornero.
Domanda. Qual è la posizione di Fontemp rispetto alla forte precarietà del lavoro giovanile?
Risposta. Il problema centrale del mercato del lavoro italiano è il lavoro nero. Poi c’è il lavoro precario, che va esaminato nelle sue diverse tipologie. Per valutare il livello di criticità occorre considerare che la precarietà ha due facce: normativa e temporale. Quando esse si sommano, per cui nel rapporto di lavoro non vi è certezza retributiva, contributiva, sindacale e contemporaneamente anche il termine è prefissato, siamo di fronte alla vera precarietà, quella che andrebbe fortemente circoscritta, riducendone le fattispecie consentite dalle leggi. In questa condizione sono i rapporti di lavoro parasubordinati.
D. Quando invece i diritti sono assimilabili a quelli di un rapporto di lavoro indeterminato la situazione cambia?
R. Sì, in questi casi la discontinuità temporale è un problema, ma è sotto controllo, per cui è sbagliato parlare di precarietà tout court. Nel caso del lavoro interinale, il rapporto ha contenuti regolamentari identici a quelli del lavoro a tempo indeterminato. In più, il lavoratore fruisce di un’attività formativa in ingresso e, durante il rapporto, può accedere a una serie di prestazioni che vanno dall’accesso al credito ai benefit per la maternità, dalla tutela sanitaria alle integrazioni in caso di infortuni, fino al sostegno al reddito in caso di difficoltà di reimpiego a fine missione. Con l’istituzione di Fontemp chiudiamo il cerchio di un vero e proprio modello di flexsecurity, che non ha nulla da invidiare a quelli scandinavi. La nostra, in definitiva, è una flessibilità del lavoro protetta legalmente e sindacalmente.
D. Qual è la struttura finanziaria di Fontemp?
R. Nella fase di start-up del fondo, che solo da pochi mesi ha ottenuto l’autorizzazione a operare, è prevista l’esistenza di una sola linea di investimento, ed è di tipo garantito. Fontemp, per la tipologia dei suoi potenziali iscritti, prevede un tempo di permanenza limitato e un numero molto ridotto di lavoratori che riceveranno i trattamenti pensionistici integrativi. La previsione sulla limitatezza temporale di permanenza nel Fontemp deriva dai dati storici che attestano il passaggio all’impiego stabile dopo un triennio di esperienza nella somministrazione di lavoro e dalla constatazione che una quota di lavoratori, dopo aver fatto qualche esperienza, cerca altre soluzioni lavorative.
D. In tal caso come funzionano i riscatti?
R. Tutti hanno la possibilità di riscattare quanto accantonato. È evidente che quanti diventano titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un contratto che fa capo a una delle categorie che dispongono di un fondo pensione potranno spostare quanto accumulato in Fontemp. In alternativa, possono iscriversi al nuovo fondo di categoria e lasciare in Fontemp il capitale accumulato. Mi piacerebbe trovare una soluzione che aumenti le risorse accumulabili sul conto di ciascun iscritto. A tal fine sto pensando di proporre al nostro cda una soluzione che consenta di trasferire sulla posizione di ogni aderente piccole somme derivanti dai più svariati acquisti. (riproduzione riservata)