Mezzo flop per la proposta Ue di regolamentazione delle agenzie di rating, uno dei cavalli di battaglia del pacchetto di nuove regole che il commissario europeo alla concorrenza, Michel Barnier, aveva prospettato come risposta dell’Europa (e del G 20) ai difetti sistemici del mercato, che hanno provocato la crisi economico-finanziaria.
La proposta, approvata dalla Commissione, ieri a Strasburgo e presentata da Barnier in una conferenza stampa al Parlamento europeo, non contiene più diverse parti, che l’avrebbero resa particolarmente incisiva, anche se conserva alcuni elementi importanti che cambieranno comunque il quadro in cui le agenzie agiscono. Innanzitutto, è caduta la proposta relativa al divieto temporaneo di attribuire il rating al debito sovrano dei paesi, in particolare quando sono sottoposti a programmi internazionali di assistenza finanziaria (come nel caso di Grecia, Irlanda e Portogallo). Secondo quanto ha riferito lo stesso Barnier, proprio su questo punto c’è stata una lunghissima discussione in seno alla Commissione. Secondo il commissario, se ne riparlerà più in là, perché c’è bisogno di più tempo per esaminare i dettagli dell’applicazione del divieto, che sarebbe stato comunque deciso dall’Esma, la nuova Authority europea per la regolamentazione dei mercati finanziari. In secondo luogo, si rinuncia a creare un’agenzia di rating europea. Restano nella proposta, invece, alcune regole più stringenti per il rating dei debiti sovrani (pubblicazione prima dell’apertura dei mercati, trasparenza sui metodi di valutazione, preavviso di 24 ore agli stati interessati) e l’obbligo di rotazione del rating (i soggetti valutati devono affidarsi di volta in volta a diverse agenzie, per evitare conflitti d’interesse). Viene confermata anche la responsabilità civile delle agenzie in caso di infrazioni intenzionali alle regole o per negligenza. Un capitolo a parte, infine, è quello della riduzione del valore regolamentare del rating, ovvero la dipendenza eccessiva dal rating per tutti i regolamenti europei (per esempio per le norme contabili e prudenziali), riguardanti i mercati e le attività finanziarie. Barnier sostiene di aver eliminato gli automatismi del riferimento alle valutazioni delle agenzie in quasi tutti i settori, compresi gli «hedge fund», ma al Parlamento europeo non mancano le voci critiche.