Il gruppo costretto anche ad aumentare le riserve sui vecchi sinistri. Con un impatto sul conto economico di 339 milioni Inferiore alle attese il margine di solvibilità, fermo al 111%
Premafin per 27,6 milioni, Unicredit per 46,6 milioni, Generali per 45,9 milioni e la Grecia per altri 50,3 milioni: come da copione le pesanti svalutazioni, per complessivi 218 milioni, dovute al crollo dei mercati hanno pesato sui conti di FondiariaSai, che ieri ha chiuso il bilancio dei nove mesi con una perdita di 178,6 milioni.
Al rosso hanno contribuito svalutazioni di immobili per 12 milioni, per un onere complessivo da svalutazioni di 230 milioni, un po’ inferiore ai 250 ipotizzati dalla compagnia guidata da Emanuele Erbetta lo scorso ottobre, quando la società era stata costretta a lanciare un profit warning rispetto all’utile netto di 50 milioni indicato come obiettivo 2011. Gli ultimi giorni di settembre, a sorpresa, il mercato ha recuperato un po’ di terreno e rifacendo i conti FonSai ha scoperto che le svalutazioni erano inferiori al previsto.
Ma le belle sorprese sono finite qui. Perché un’altra batosta è arrivata dalla Rc Auto, su cui hanno pesato vecchi sinistri rivelatisi più costosi delle attese. E per sistemare la faccenda la compagnia è stata costretta ad aumentare le riserve Danni con un impatto negativo sui nove mesi di 339 milioni. Eppure le cose, almeno sui nuovi sinistri, stanno andando piuttosto bene per FonSai, che per tornare all’utile ha avviato una profonda riorganizzazione: la raccolta Danni dei nove mesi (5,1 miliardi) si è mantenuta stabile (-1,1%) mentre i sinistri denunciati hanno continuato a scendere (-8,6%) e il combined ratio è calato al 101% (dal 102% del settembre 2010) grazie anche alla migliore qualità delle polizze in portafoglio, dopo che la società ha chiuso i rapporti con i clienti Rc Auto più rischiosi e ha ritoccato al rialzo i premi. Ma il passato continua a pesare sui nuovi bilanci ed è molto probabile che anche nell’ultimo trimestre 2011 FonSai dovrà ricorrere a nuovi aumenti delle riserve. Anche sul ramo Vita, nonostante la contrazione dei premi del 32% (a 3,2 miliardi) soprattutto negli sportelli dell’alleato Banco Popolare, il settore ha mantenuto alta la redditività, e l’utile prima delle imposte è salito a 112 milioni (da 65 milioni dello scorso anno). Insomma, nonostante i mercati si siano messi di traverso, il risanamento il gruppo sembra avviato rispetto allo scorso anno, se si pensa che il gruppo aveva chiuso settembre 2010 in rosso per 345,5 milioni. Ma c’è un altro nodo importante da risolvere: quello del margine di solvibilità, che a fine settembre si attestava al 111%, sceso anche per effetto della modifica delle riserve Danni. Più basso della stima del 115% diffusa al mercato lo scorso 6 ottobre, e inferiore all’obiettivo del 120% indicata dal management. «Sono in corso di definizione interventi finalizzati a consentire nel più breve tempo possibile, unitamente all’andamento della gestione ordinaria, di riportarsi a detta soglia», hanno fatto sapere dalla società. Ieri è stato diffuso anche il bilancio della controllata Milano assicurazioni, che ha chiuso i nove mesi con una perdita consolidata di 145,1 milioni, in miglioramento rispetto al rosso di 373 di un anno fa. (riproduzione riservata)