Accolta la tesi della Procura secondo cui l’ex governatore era il direttore d’orchestra dell’operazione Ma Bankitalia non autorizzò mai la compagnia delle coop. Provvisionale da 15 mln a favore del Bbva
di Andrea Di Biase
«La cosa che più sorprende della decisione di ieri del Tribunale di Milano», che ha condannato Giovanni Consorte e Antonio Fazio rispettivamente a 3 anni e 10 mesi e a 3 anni e 6 mesi per il fallito tentativo di scalata di Unipol alla Bnl, «è che i giudici hanno accolto le tesi dell’accusa, secondo cui l’ex governatore della Banca d’Italia sarebbe stato il direttore d’orchestra o il motore immobile dell’operazione, dimenticando che, fintanto che è rimasto alla guida di Via Nazionale (dicembre 2005, ndr), Fazio non autorizzò mai la compagnia bolognese a prendere il controllo della banca romana, facendo di fatto saltare l’acquisizione».
La pensa così un banchiere d’affari, che sei anni fa aveva seguito da vicino la vicendaUnipol-Bnl e che ora, in attesa che vengano pubblicate le motivazioni della sentenza, non riesce a spiegarsi le ragioni che hanno portato i giudici a fare proprie le ragioni dell’accusa. Specie se si considera che le Corti d’appello di Roma, Bologna (per due volte) e Genova, cui si erano rivolte rispettivamente Deutsche Bank, Unipol, Bper e Carige, per vedersi annullate le multe della Consob, avevano negato in sede civile l’esistenza di un patto occulto tra la compagnia bolognese e gli altri componenti della cordata (solo la Corte d’appello di Venezia ha confermato la decisione della Consob con riferimento al presunto concerto tra Bpi e Unipol).
E invece la prima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta da Giovanna Ichino, ha accolto gran parte delle richieste dell’accusa, promossa dai pm Luigi Orsi e Gaetano Ruta. Oltre a Consorte (ritenuto colpevole dei reati di aggiotaggio, ostacolo all’autorità di vigilanza e insider trading) e Fazio, sono stati condannati anche l’ex vicepresidente di Unipol, Ivano Sacchetti, e l’attuale ad della compagnia bolognese (all’epoca dei fatti dg), Carlo Cimbri, entrambi a una pena di 3 anni e 7 mesi. Tra i banchieri, che nel 2005 si erano schierati a fianco di Unipol nella contesa con gli spagnoli del Bbva, è stato condannato solo l’ex ad della Bper, Guido Leoni, mentre sono stati assolti Giovanni Berneschi (Carige), Gianni Zonin e Divo Gronchi (Popolare di Vicenza), Filippo De Nicolais e Rafael Gil Alberdi (ai tempi in Deutsche Bank) e l’attuale presidente diUnipol, Pierluigi Stefanini, che nel 2005 era al vertice di Holmo e di Coop Adriatica.
Condannati a 3 anni e 6 mesi anche i componenti del cosiddetto contropatto di Bnl, allora guidato dal costruttore e editore romano Francesco Gaetano Caltagirone. Assieme a quest’ultimo, che attualmente è vicepresidente di Mps e che ha già fatto sapere che si autosospenderà dall’incarico (ma l’assemblea della banca senese potrà comunque reintegrarlo), sono stati ritenuti colpevoli di aggiotaggio e ostacolo all’autorità di vigilanza anche Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, Danilo Coppola, Vito Bonsignore ed Ettore e Tiberio Lonati. Condannato, nonostante i pm avessero chiesto l’assoluzione, anche il raider bresciano, Emilio Gnutti. Assolti invece il conte Giulio Grazioli e l’ex capo della Vigilanza di Bankitalia, Francesco Frasca.
Il Tribunale di Milano ha inoltre riconosciuto al Bbva una provvisionale di 15 milioni cui dovranno far fronte gli imputati (persone fisiche) condannati. Inoltre, la banca spagnola, che nell’estate del 2005 aveva lanciato un’ops sulle azioni Bnl, non andata a buon fine a fronte dell’iniziativa di Unipol e dei suoi alleati, avrà diritto al risarcimento danni da quantificare in una separata causa civile. I giudici hanno anche condannato Unipol a una multa di 720 mila euro mentre Bper e Hopa (ai tempi guidata da Gnutti) sono state condannate rispettivamente al pagamento di una sanzione pecuniaria di 270 mila euro e di 480 mila euro.
«Sono sereno e ho la coscienza a posto perché non ho fatto nulla. È stata una decisione incomprensibile e infondata», ha commentato a caldo Consorte. L’ex numero uno di Unipol si è detto inoltre scandalizzato per la provvisionale da 15 milioni che i condannati dovranno versare al Bbva. «È una vergogna», ha sottolineato Consorte, «perché il Bbva è una grande banca che dall’operazione ha guadagnato 550 milioni, lo sanno tutti. Generalmente la provvisionale si dà a una persona o a un ente danneggiato ma che è anche in difficoltà e non è questo il caso». Critico sulla sentenza anche il giudizio dei legali di Unipol, che hanno già preannunciato ricorso in appello. Amaro, infine, il commento dell’ex governatore Fazio. Attraverso i suoi legali, l’ex numero uno di Palazzo Koch si è detto «sempre più costernato» e ha fatto sapere di non riuscire a trovare «alcuna giustificazione per questa sentenza».
L’avvocato Roberto Borgogno, che ha seguito anche la difesa di Frasca, ha espresso soddisfazione per l’assoluzione dell’ex capo della Vigilanza, ma ha sottolineato che proprio la regolarità del comportamento della struttura di Banca d’Italia non spiega la condanna ai danni dell’ex governatore. (riproduzione riservata)