Lo aveva annunciato nel corso dell’Insurance Day organizzato la scorsa settimana da MF-Milano Finanza e Accenture e il presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, ha mantenuto la promessa e ieri ha emanato il provvedimento anticrisi per alleviare l’effetto che le minusvalenze dei titoli del debito pubblico italiano rischiano di avere sui bilanci delle compagnie.
Un regolamento molto atteso dal settore considerando che le assicurazioni sono tra i maggiori investitori in titoli di stato e che questi pesano per oltre 200 miliardi di euro nei loro portafogli. E la gran parte dei titoli sono appunto Bot e Btp che hanno perso valore con l’esplodere della crisi del debito italiano e la crescita dello spread rispetto al bund tedesco. «I provvedimenti anticrisi, che vanno avanti da tre anni, hanno finora protetto una parte delle azioni e dei bond, stiamo cercando di trovare il modo di aumentare questa tutela in una situazione eccezionale», aveva anticipato Giannini. E la soluzione è arrivata puntuale con una misura che ha anche una ricaduta macroeconomica, perché consentirà alle assicurazioni di continuare a investire ancora in Btp: secondo le nuove regole, già a partire dai prossimi bilanci individuali trimestrali e per tutto il 2011, le compagnie potranno sterilizzare una fetta più grande delle proprie minusvalenze, quindi con qualche concessione in più rispetto al passato. I provvedimenti anticrisi già in vigore consentivano, infatti, di tener conto ai fini del calcolo della solvibilità sia dei prestiti subordinati, sia delle minusvalenze sterilizzate fino a un massimo del 50% del margine. Si trattava di valore cumulato di cui solo il 20% poteva essere costituito da azioni e obbligazioni. Ora quella soglia del 50% è stata elevata al 70% a condizione però che la durata dei prestiti subordinati non sia inferiore ai tre anni e che le ulteriori minusvalenze siano relative ai titoli di Stato dell’Unione europea. In pratica il nuovo provvedimento aggiunge un altro bonus del 20% del margine riservato esclusivamente alle minusvalenze che arrivano dai titoli del debito pubblico. Le compagnie, che probabilmente speravano in un intervento più incisivo, restano comunque obbligate ad accantonare le somme che non sono state svalutate in una riserva indisponibile come garanzia utile a tutelare gli interessi degli assicurati. (riproduzione riservata)