Dexia potrebbe aumentare il programma di cessioni di asset di 20 miliardi di euro. È quanto riporta il quotidiano francese Les Echos, spiegando che l’istituto di credito, che ha già effettuato dismissioni per 80 miliardi di euro di prestiti tossici dopo la crisi del 2008-2009 (quando rischiò il fallimento), ha bisogno di portare tale cifra a quota 100 miliardi, vendendo soprattutto crediti in sofferenza. Per il quotidiano, che cita una fonte vicina alla banca, Dexia potrebbe sopportare una perdita di due miliardi di euro sulla cessione degli attivi, mantenendo il tier-1 sopra il 9 per cento.
A Bruxelles il titolo della società franco-belga ha chiuso la seduta in rialzo del 5,34% a 1,38 euro. Durante il fine settimana erano anche circolate indiscrezioni di stampa secondo le quali Dexia starebbe studiando la fusioni con alcune banche controllate dal governo di Parigi. Quel che è certo è che la situazione di Dexia è molto seria, in linea con quelle delle altri grandi banche francesi (Dexia, pur essendo belga, ha forti interessi in Francia). Domenica il Journal du Dimanche ha rivelato che l’11 settembre scorso le cinque principali banche transalpine, Bnp Paribas, Société Générale, Crédit Agricole, Bpce e Crédit Mutuel, hanno rifiutato la proposta dell’esecutivo Sarkozy di effettuare un aumento di capitale per complessivi 10-15 miliardi di euro sotto forma di prestito diretto o acquisto di azioni privilegiate emesse appositamente, insieme a warrant.
In seguito a questo rifiuto Parigi starebbe lavorando un Piano B studiato per «per rivitalizzare le banche». La notizia è stata però smentita «Non c’è nessun piano – ha affermato il governatore della Banca centrale transalpina Christian Noyer, che ha ricordato come in Francia sia ancora in vigore il «meccanismo pubblico» creato dopo il crac Lehmam che permette alle banche di rifinanziarsi. «Gli istituti francesi – ha aggiunto Noyer – hanno una base di capitale importante, paragonabile a quella delle altre banche europee». Sulla Borsa di Parigi gli istituti in questione sono comunque riusciti ad archiviare la seduta con importanti progressi: Bnp Paribas ha messo a segno un rialzo del 4 per cento, Credit Agricole del 3,7 e SocGen del 5,4.