Crescono le perdite relative all’investimento complessivo del 2% detenuto nel Leone dalle società che fanno capo al costruttore-editore-finanziere romano
Francesco Gaetano Caltagirone sta perdendo oltre 250 milioni di euro sul suo investimento complessivo del 2% nelle Assicurazioni Generali, di cui è vicepresidente. Cifra che, se si aggiungono le perdite potenziali di 320 milioni sul 3,9% di Mps (vedi F&M del 26 agosto), si traduce in un possibile buco di mezzo miliardo. La radiografia delle minusvalenze che pesano sul portafoglio del costruttore, editore e finanziere romano a proposito dell’investimento nel Leone di Trieste è possibile sia a valere sul 2010 dei veicoli quotati e non (molti dei quali hanno depositato il bilancio proprio nei giorni scorsi) sia a proposito dell’attività di trading che Caltagirone ha esercitato nel corso di quest’anno. Nel dettaglio le perdite potenziali, alla luce del prezzo di borsa delle Generali di lunedì scorso (10,82 euro), sono di 247,1 milioni per il 2010 cui vanno aggiunte anche perdite per oltre 6 milioni riguardanti le operazioni di compravendita eseguite nel corso del 2011. Il check-up dell’effetto negativo del deprezzamento borsistico è visibile, per ciò che concerne il 2010, sui bilanci delle quotate Caltagirone Spa, Caltagirone Editore e Vianini Industria rispettivamente per 44,59 milioni, 19,32 e 6,1 milioni. Com’è noto le quotate hanno dovuto appostare le quote possedute a fair value e ciò ha comportato un valore di carico già diminuito a 15,3 euro per Caltagirone spa e, in modo identico, a 14,21 euro per Caltagirone Editor e Vianini Industria. Tra i veicoli non quotati dell’ingegnere romano (Vm 2006, Gamma, Pantheon 2000, Finanziaria Italia 2005, Finced, Viapar, Unione Generale Immobiliare, Porto Torre, Quarta Iberica, Immobiliare Caltagirone) l’investimento più pesante nel Leone di Trieste risultava quello tramite Vm 2006 (115,64 milioni con minusvalenza di 48,66 milioni), seguito dai 93,51 milioni presenti in Gamma srl (minus di 27,35 milioni), Pantheon 2000 con 67,81 milioni (-28,85 milioni), Finanziaria Italia 2005 con 48,43 milioni di valore di carico (-19,75 milioni), Finced con 40,9 milioni (-15,48 milioni), Unione Generale Immobiliare con 27 milioni (-10,3 milioni), Porto Torre con 26,85 milioni (-11,7 milioni), Quarta Iberica con 23,44 milioni (-5,59 milioni) mentre Immobiliare Caltagirone aveva investito 3,21 milioni con una perdita potenziale a oggi di 893.461 euro. In generale il valore di carico del titolo Generali nei veicoli non quotati di Caltagirone oscillava da un mimino di 14,2 euro (Quarta Iberica) a un massimo di 19,1 (Porto Torre). È evidente che tali valori, se il trend borsistico negativo continuerà, dovranno essere oggetto di significative rettifiche nel prossimo esercizio. Così dovrà accadere presumibilmente anche nei bilanci di due non quotate ancora non depositati (Fgc e Socogeim) oltre alla partecipazione detenuta a titolo personale dal costruttore, il tutto per un complessivo residuo 0,027% del capitale. Ma il Leone sofferente ha azzannato anche l’attività di trading esercitata da Caltagirone nel corso di quest’anno, attività che grazie ad un timing mirato gli era sempre servita in passato ad abbassare proprio i valori di carico dell’investimento nel Leone di Trieste. Nel 2011 non è però andata esattamente così. Tra febbraio ed agosto con otto operazioni sono stati acquistati titoli Generali per oltre 27 milioni di euro e ne sono stati venduti per 15,17 milioni. Il risultato finale, sempre alla luce degli ultimi corsi borsistici, evidenzia per il costruttore una perdita di 6,12 milioni visto che anche i titoli ceduti da Viapar risultano comunque inferiori al valore di carico del 2010. L’unico trading azzeccato da Caltagirone? Quello dell’acquisto del 10 agosto, ma con un guadagno minimo: 17.500 euro.