Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rischia di dover affrontare un nuovo processo a Milano dopo quelli già in corso sui casi Ruby, Mediaset, Mediatrade e Mills. Questa volta per la vicenda Bnl ai tempi del tentativo di scalata da parte del gruppo assicurativo Unipol. Il gip di Milano, Stefania Donadeo, ha ordinato infatti al pm di Milano di formulare la richiesta di rinvio a giudizio per Berlusconi, accusato di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, per la fuga di notizie della famosa telefonata («abbiamo una banca») tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, intercettata ai tempi appunto dell’offerta di acquisto su Bnl. Il pm aveva chiesto l’archiviazione per il premier, ma il gip non aveva accolto la richiesta fissando lo scorso luglio un’udienza per far discutere le parti. Ieri è arrivato il provvedimento del giudice che ha disposto l’imputazione coatta per Berlusconi. Ora il pm dovrà formulare la richiesta di processo per il presidente del Consiglio e la richiesta arriverà davanti a un altro giudice, un gup, che dovrà esaminarla. Per la stessa vicenda delle intercettazioni è già a processo il fratello del premier, Paolo Berlusconi, editore de Il Giornale e la prima udienza è fissata per ottobre. L’intercettazione venne pubblicata sul quotidiano della famiglia Berlusconi il 31 dicembre del 2005 e, secondo l’accusa, venne trafugata dai computer della Procura di Milano quando ancora erano in corso le indagini e doveva essere mantenuto il segreto.