Ipotesi di rettifica del 60% sui bond greci e del 7% su quelli italiani. Titoli volatili in borsa. La Bce torna a prestare in dollari
In una giornata di rialzi per i listini europei l’andamento delle banche francesi è stato anche ieri il più volatile. Sugli istituti hanno pesato le decisioni di Moody’s: l’agenzia ha tagliato di un gradino il rating di Société Générale (-2,9% in borsa) e Credit Agricole (+1,2%).
Invariato il giudizio su Bnp Paribas (-3,9%), che tuttavia rimarrà sotto osservazione. In mattinata i cali risultavano più pesanti, attorno al 6-7%, ma a fine seduta (in attesa della conference call sulla Grecia) tutti i titoli hanno recuperato e Credit Agricolesi è portata in positivo. Moody’s aveva messo le tre banche sotto revisione il 15 giugno. Nei giorni scorsi voci di mercato avevano anticipato il downgrade, ma ciò non è bastato ieri a contenere la volatilità dei titoli. Moody’s ha evidenziato i due punti di debolezza delle banche francesi: liquidità a breve ed esposizione al debito europeo. SocGen, il cui rating è sceso da Aa2 ad Aa3, secondo l’agenzia «ha un livello di capitale che le potrebbe permettere di assorbire le perdite potenziali sui bond greci».
Tuttavia «le preoccupazioni riguardo i problemi strutturali per il finanziamento sono aumentate». Per quanto riguarda la banca guidata da Jean Paul Chifflet, l’agenzia ha invece sottolineato che il downgrade (da Aa1 a Aa2) è legato all’esposizione alla Grecia: la banca è ancora sotto osservazione per un ulteriore taglio, che non sarà comunque superiore a un gradino. Stesso scenario per Bnp Paribas, il cui rating è stato confermato per ora ad Aa2. Nei rating sono state incorporate le attese di un sostegno governativo, che però non ha avuto ancora alcun riscontro ufficiale. Inoltre, nelle valutazioni dell’agenzia ha pesato la stima di un haircut sul debito greco del 60%, su quello portoghese e irlandese del 50%, su quello spagnolo del 10% e su quello dell’Italia del 7%. «I timori dei mercati sono ampiamente esagerati. La situazione delle banche è solida», ha replicato il ministro dell’Economia francese Francois Baroin. «Gli istituti hanno avviato un processo di riadattamento del modello di rifinanziamento basato maggiormente sui depositi».
Gli analisti di Citi hanno confermato questo processo, ma hanno aggiunto che le banche francesi restano tuttora più dipendenti dal funding sui mercati rispetto agli altri gruppi esteri e che la quota della raccolta a breve termine è superiore alla media europea. Tuttavia, secondo Citi, l’inaridimento del canale di finanziamento dei fondi money market Usa può essere gestito dalle banche francesi attraverso modalità alternative, come l’impiego degli swap valutari tra Bce e Federal Reserve. Oggi l’Eurotower, per la seconda volta in sei mesi, presterà dollari alle banche europee: sono state avanzate richieste da due istituti per 575 milioni (con tasso all’1,1%). L’unico precedente risale al 17 agosto, quando una banca ha chiesto 500 milioni. Intanto, come ulteriore segnale di peggioramento della liquidità interbancaria in Europa, ad agosto le banche spagnole hanno aumentato i finanziamenti Bce del 43% a 81,6 miliardi. (riproduzione riservata)