Tutti, maledetti e subito. Quando si finisce di lavorare, si sa, il desiderio spesso è di incassare tutto quello che si è accumulato a titolo di previdenza integrativa. Eppure, ieri, il presidente della Mefop, Mauro Marè, ha lanciato una proposta molto precisa: incentivare l’erogazione delle risorse accumulate tramite rendita, quindi spalmata nel corso degli anni. «Sarebbe opportuna una razionalizzazione della disciplina delle prestazioni», scrive Marè, «che attualmente si presenta in qualche misura contraddittoria con gli obiettivi previdenziali, essendo improntata a una tendenziale libertà di scelta tra la rendita e la prestazione in capitale».
Per rendere più conforme il sistema con gli obiettivi previdenziali dei fondi pensione, allora, «si potrebbero ipotizzare soluzione volte a migliorare i benefici legati alla prestazione in forma di rendita, ad esempio con penalizzazioni di tipo fiscale per chi sceglie il capitale, ovvero con benefici dello stesso tipo per chi sceglie la rendita».
Una soluzione di questo tipo era stata pensata nel settore pubblico nel corso della predisposizione dei vari interventi correttivi succedutisi questa estate. Si era cioè ipotizzato di erogare progressivamente la liquidazione spettante al dipendente pubblico, in altri termini trasformandola in una rendita. Il tutto con evidenti benefici sui conti statali. Ma il settore pubblico rappresenta un’altra storia.